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In 5mila per l’addio a Michele :
tappeto azzurro sul prato dello stadio
per onorare l’Aquila (Video)

CIAO CAMPIONE - I compagni di squadra della Astana portano la bara di Scarponi in spalla. Un lungo applauso accompagna l'arrivo del feretro del ciclista morto sabato in un incidente stradale. Due ali di folla e una sfilata di stelle del ciclismo salutano l'ultima volata della maglia rosa di Filottrano. Da Nibali a Basso, dal campione del mondo Sagan a Moser e Aru fino al ct della nazionale Cassani, si mescolano con i tanti filottranesi e i familiari di Scarponi
L'arrivo del feretro allo stadio di Filottrano per i funerali di Michele Scarponi

 

 

Michele Scarponi

di Maria Paola Cancellieri

(foto Giusy Marinelli)

Passa sul tappeto azzurro, portata a spalla dagli amici e compagni di squadra della Astana, la bara di Michele Scarponi. E’ un applauso senza fine quando il feretro lascia il palazzetto e raggiunge il vicino manto erboso. Alle 15,30 inizia il rito funebre. Filottrano si ferma per l’addio al campione, l’amico di tutti. Si contano 5mila persone. C’è il sole, ci sono i colori ed il profumo della primavera sul prato dello stadio ad abbracciare il campione che non c’è più, morto sabato in un incidente stradale (leggi l’articolo). C’è la vita attorno e una folla d’affetti che non cancellerà dai ricordi la tragedia di via dell’Industria. Lo scontro della sua bicicletta con il furgone, il gelo che è sceso nel cuore dei familiari e di chi gli voleva bene, una vita spezzata (leggi l’articolo).

Il cardinale Menichelli celebra il rito

Poco dopo l’ingresso del feretro arriva la moglie Anna con i due gemellini. Prima arriva anche il cardinale Edoardo Menichelli, per celebrare la funzione religiosa. Chiede di pregare anche per chi ha investito Michele. Un pensiero va a Giuseppe Giacconi, il 57enne che ha travolto il ciclista con il suo furgone. «Porta nel cuore un dolore – dice il cardinale – che ha drammaticamente segnato la vita di Michele e della sua famiglia, dobbiamo pregare anche per questo». Poi un pensiero alla città. «Filottrano ha bisogno di consolazione», aggiunge Menichelli. Ci sono le massime autorità, il sindaco di Filottrano Lauretta Giulioni, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, entrano i gonfaloni di molti Comuni. E’ pieno di bambini, di squadre sportive. Molti sono arrivati correndo in bicicletta.

La bara si ferma alle 15.30 davanti al gazebo con sotto l’altare all’aperto, davanti al cardinale Menichelli e ai 6 sacerdoti che concelebrano la messa. Sui due lati svettano Lo stendardo della Regione Marche e i gonfaloni di 7 Comuni, quello di Filottrano ma anche di Jesi, Osimo, Castelfidardo e Camerino. Nelle prime file c’è una nutrita rappresentanza di autorità, sindaci in fascia tricolore e vertici delle forze dell’ordine. Le sedie più vicine alla bara sono state riservate ai genitori, alla sorella e al fratello del campione, alla moglie Anna ai suoi bambini. Tutti seguono la funzione con grande dignità. Tra la gente di Filottrano si mescolano i ciclisti del team Astana tutti in abito scuro, in divisa ufficiale, e tanti volti noti del ciclismo come il campione del mondo Peter Sagan, Vincenzo Nibali che 2 giorni fa ha dedicato la vittoria del Tour di Croazia proprio a Michele. Con lui ci sono anche Gilberto Simone, Fabio Aru, Silvio Martinello, Damiano Cunego che era stato compagno di squadra di Michele, Ivan Basso, Alessandro Petacchi, e ancora Moreno Moser. Le preghiere risuonano dagli altoparlanti dinnanzi a questa umanità.

Mons. Menichelli offre, nell’omelia, spunti di riflessione. “Mi sono venute tre idee, la prima è il diritto al lamento e al pianto, la speranza perché la morte non è l’ultima parola della storia dell’uomo, e poi la memoria” E guardando negli occhi i genitori di Michele e Anna sembra interpretare il loro pensiero. “La morte ci offende, non ci chiede permesso – dice-  E l’interrogativo è sempre lo stesso, pesante e misterioso: perché?. Non c’è alcun perché. Per nessuno di noi al mondo c’è un tempo utile per morire. La morte ci appartiene, fa parte della storia, e’ l’emblema più alto dalle nostra incapacità di essere padroni e gestori della vita”. Ma il cardinale è anche consolatorio per chi resta. “Ho ascoltato molto in questi giorni, ho visto e so quanto tutti voi avete sofferto per questo. – incalza- Ora ci resta l’obbligo della memoria di ciò che questo fratello era ed è. Custodire la memoria di un figlio bravo, generoso, impegnato, semplice, custodire la memoria di un uomo di cui custodisco lo sguardo, le carezze, le preoccupazioni per i figli. A me pare che Michele debba rimanere un patrimonio per questa città per le sue qualità umane che appartengono alla storia di questa cittadina. Anche la memoria della sua fatica, la fatica del ciclismo. La memoria del sacrificio, dell’essere squadra, del primeggiare per essere compagno. Qui c’è una scuola di vita”

La moglie Anna con i figli Tommaso e Giacomo depongono i fiori

La celebrazione si avvia alla fine tra le note struggenti del violino del maestro Marco Santini che suona il brano, una sua composizione, che l’ha reso celebre, l’Inno delle Marche. Risuonano le voci della corale di Filottrano che hanno animato la funzione. Prima dell’ultima benedizione salgono sul palco per un ricordo personale il sindaco Lauretta Giulioni, il Ct delle nazionali Davide Cassani che regala una maglia , Luca Panichi, un ciclista amico di Michele e il presidente del fan club, Fabio Bucco e tra la folla si rinnova il pianto per la commozione (leggi l’articolo). Poi la bara viene di nuovo presa a spalla dai ragazzi dell’Astana, guidati da Aru e Moser. Il fiume di gente si dispone sui due lati della strada che corre verso il cimitero. Due ali di folla che nell’ultimo chilometro salutano il campione in volata prima di vederlo varcare i cancelli del cimitero.  In città tutte le serrande dei negozi sono abbassate in segno di lutto. E’ la misura di quanto Michele Scarponi prima che un campione fosse soprattutto un ragazzo che sapeva farsi amare.

(servizio aggiornato alle 19.55)

La moglie Anna con i due gemellini Tommaso e Giacomo

La moglie Anna con i due gemellini Tommaso e Giacomo

Il fratello Marco bacia la bara

Il fratello di Michele

Il padre Giacomo, alla sinistra di Anna Tommasi

I compagni della Astana portano la bara di Michele

 

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