di Alessandra Pierini
C’è anche Banca Marche, e non poteva essere altrimenti, nella rassegna delle principali banche coinvolte nella crisi dei crediti deteriorati e i grandi capitalisti dal debito facile. E’ andato in onda ieri sera il servizio di Paolo Mondani realizzato per Report.
Il giornalista ha intervistato i protagonisti della lunga vicenda che ha portato al crac dell’istituto, attualmente in via di fusione in Ubi sottolineando come l’istituto jesino avesse crediti deteriorati per 6 miliardi, secondo Banca d’Italia spesso occultati. Tra gli intervistati Franco Gazzani, allora presidente della Fondazione Carima che punta il dito sull’ex direttore generale Massimo Bianconi, che fino alla primavera del 2012 ha gestito le sorti dell’istituto. «Si è affidato a persone inaffidabili – dice – Non è possibile affidare aziende e società che poi si sono rivelate società che avevano pochissimo patrimonio se non, addirittura, nessun patrimonio».
A ricostruire la vicenda che ha seguito per Cronache Maceratesi Marco Ricci che ha ripercorso le 10 posizioni di sofferenze pesanti per un totale di 850 milioni: « Abbiamo il Gruppo Lanari costruttori anconetani molto importanti, 250 milioni; il Gruppo Santarelli di Ascoli, un altro costruttore, 140 milioni; la Polo Holding di Fano, di nuovo costruttori, 130 milioni di euro; poi i gruppi Casale e Degennaro per un complesso di 100 milioni; Gruppo Ciccolella, che sono dei vivaisti pugliesi, più o meno, 80 milioni; più altri 60 milioni il gruppo Mulazzani Italino di Rimini, sempre un gruppo edile; un altro gruppo di Fano, il gruppo Mattioli, 50 milioni di euro; 30 milioni di euro al gruppo riconducibile a un commercialista anconetano, ex consigliere regionale, Franco Sordoni: più 17 milioni di euro ad esempio ascrivibili al gruppo di Mazzaro Canio, conosciuto perché ex marito di Daniela Santanchè, nelle cui società trovi come consigliere di amministrazione Cirino Pomicino, piuttosto che il figlio di Massimo Bianconi». E su Bianconi ha evidenziato la doppia buona uscita ricevuta dall’ex dg in meno di un anno.
E proprio Massimo Bianconi interviene telefonicamente incalzato da Mondani e sottolinea che «Bankitalia aveva un atteggiamento ostile nei suoi confronti, ma soprattutto verso la banca e le fondazioni che la conducevano».
Dure le conclusioni del servizio: «Massimo Bianconi ha il prestito nel dna. La sua banca fu generosa con i furbetti quartierino Coppola e Ricucci e con la cricca del G8 Anemone e Balducci. Appena uscito da Banca Marche, Bianconi ha tentato il colpo sui crediti deteriorati provando a venderli a una società di Tom Barrack amico fraterno del presidente Trump. Un altro assai dinamico era Franco D’Angelo, commercialista pesarese e sindaco revisore di
Banca Marche, che chiedeva una percentuale ai piccoli imprenditori per facilitargli i prestiti della banca. Per il disturbo». Cosa emerge dal servizio? «Se non riesci a pagare un mutuo da trentamila euro ti portano via la casa, se ti sei fatto prestare 300 milioni da un amico diventi un investimento».
(Clicca per guardare la puntata di Report)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Bianconi ha potuto fare il bello ed il cattivo tempo grazie ai membri del cda la gran parte dei quali erano diretta emanazione delle fondazioni.Agricoltori,anestesisti,panettieri e qualche politico pluritrombato,questi erano i personaggi che avrebbero dovuto gestire e vigilare una banca.E che invece,amaliati dalle doti carismatiche e qualche assunzione/promozione fatta ad hoc( dovevate vedere i presidenti delle 4 fondazioni come stavano tutti a cuccia in assemblea aspettando la carezza di Bianconi) gli hanno consentito di fare quello che ha fatto( altro che banca italia ostile..).Il giornalista di report non ha avuto la curiosita’ di chiedere e capire come mai delle fondazioni pubbliche che gestiscono soldi destinati al sociale hanno sperperato centinaia di milioni di euro in barba anche alla legge!E nessuno ha chiesto ai diretti interessati come mai si erano opposti alla vendita della banca,operazione che al contrario di quanto successo avrebbe portato una valanga di euro nelle loro casse a tutto vantaggio dei cittadini e non di quattro presuntuosi ambiziosi incapaci e… mi fermo qui…Report ha perso una buona occasione per scoperchiare un pentolone di melma che evidentemente ha invischiato anche i suoi solerti giornalisti