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Riforma Camere di Commercio:
a Roma passa l’ipotesi unica
Battaglia sulle aziende speciali

RIASSETTO - L'assemblea nazionale dà il via libera all'ente unico per le Marche e tre soggetti specializzati in agroalimentare, moda e settore meccanica e legno. L'ultima parola ora al ministero dello Sviluppo economico. Cataldi: "Un errore il mantenimento delle tre aziende"

Il presidente della Camera di Commercio di Ancona, Giorgio Cataldi (foto d’archivio)

 

Un’unica Camera di Commercio e tre aziende speciali, una per l’agroalimentare, una per il settore della moda ed un’altra ancora per la meccanica ed il legno. Questa è l’ipotesi votata ieri (30 maggio) all’assemblea nazionale degli enti camerali a Roma. Ora la palla passa al ministero dello Sviluppo economico, a cui spetta l’ultima parola sulla riforma di accorpamento delle Camere di Commercio. Due mesi per decidere, salvo elezioni anticipate che potrebbero fernare il compimento dell’operazione. Sull’organizzazione delle aziende speciali, invece, sarà il futuro consiglio della Camera di Commercio unico ad esprimersi. E se il dibattito sulla razionalizzazione degli enti camerali ha già diviso le Marche, contrapposte sulle posizioni camera unica – che ha poi prevalso – sostenuta da Pesaro, Ancona e, in extremis, Ascoli, con il placet della Regione, e due camere, Marche nord e Marche sud, sostenuta da Macerata e Fermo, non meno battaglia si darà sulle aziende speciali. Decisa la posizione del presidente della Camera di Commercio di Ancona, Giorgio Cataldi, ribadita anche all’assemblea di ieri. «Un’unica Camera di Commercio ed un’unica azienda speciale nelle Marche, per essere più efficienti, garantire standard qualitativi di servizi omogenei su tutto il territorio, avere un peso maggiore a livello regionale e nazionale. Nel comitato esecutivo di cui faccio parte, svoltosi prima dell’assemblea – prosegue il presidente di Ancona – avevo riaffermato che complessivamente la soluzione adottata per le Marche non ci convinceva per quanto riguarda la previsione di tre aziende speciali, distinte per filiera produttiva, in quanto, oltre a non rispettare i criteri della riforma che prevedono l’accorpamento delle aziende speciali che svolgono funzioni e compiti simili e la dimensione territoriale corrispondente alle Camere accorpate, non tiene conto dell’attuale realtà regionale, è di difficile realizzazione e gestione, potrebbe limitare l’attività a favore delle imprese anziché potenziarla. Su questa posizione ho trovato attenzione dei vertici Unioncamere che si sono impegnati ad approfondire la situazione per trovare una soluzione definitiva di gradimento comune e con capacità operative adeguate alle esigenze delle imprese. La posizione da me espressa – aggiunge ancora Cataldi – è stata adottata dalla Giunta camerale all’unanimità, riunita d’urgenza il giorno prima dell’assemblea, di fronte ad una proposta che era emersa solo nelle ultime ore e su cui non si era avuto alcun preventivo confronto con le altre Camere di Commercio. È ora di pensare tutti insieme – conclude Cataldi – ad un modello organizzativo che faccia fare un salto di qualità alla nuova Camera di Commercio delle Marche che prenderà forma dal prossimo anno e che si posizionerà al quinto posto nel panorama nazionale, nel massimo rispetto di ogni territorio e distretto, al quale assicurare la dovuta presenza e rappresentatività ed i migliori servizi».

(A. C.)

 

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