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«Appartamento in vendita,
non vogliamo stranieri»

ANCONA - L'annuncio discrimatorio è comparso sul portone di un palazzo del centro. Il proprietario si difende: "Non è razzismo, meglio pensarci bene a chi dare le chiavi". Sul web girano inserzioni anche peggiori, come per un bilocale di Senigallia che recita: "No animali, no stranieri"

di Federica Serfilippi

Vendesi appartamento. A tutti, ma non a stranieri. È il senso del cartello appeso sul portone di un elegante palazzo della trafficatissima via Giannelli, in pieno centro cittadino. L’annuncio, apposto dai privati senza l’aiuto di agenzie immobiliari, decanta nelle prime due righe le caratteristiche essenziali dell’abitazione: quattro camere, un bagno, una cucina abitabile, un balcone e l’ascensore condominiale. Poi, in stampatello e in rilievo rispetto alle altre lettere vengono messe in risalto due parole che annichiliscono tutto il resto: «NO STRANIERI». Il messaggio parla da solo. Nessun margine di errore nell’intento comunicativo. L’appartamento è accessibile solo a italiani. «Non c’è discriminazione razziale, solo che bisogna pensarci almeno dieci volte prima di consegnare le chiavi di un appartamento» è la replica di uno dei proprietari dell’immobile che ribadisce: «La limitazione è solo per gli affitti, non per la vendita. C’è stato un errore». E ancora: «Di solito, gli stranieri non hanno un buon rapporto con gli appartamenti. In molte città succede che subaffittano. Quindi, mettendo quel divieto, evito di trovarmi in possibili difficoltà. Certo, se venisse uno straniero che conosco, referenziato e con un contratto di lavoro regolare, non avrei problemi a dargli l’immobile». Affitto o vendita, c’è una sola certezza: la decisione di chi possiede l’appartamento di via Giannelli non è un unicum nel mondo immobiliare. Sfogliando i siti web che si occupano di affitti e vendite tra privati non è raro trovare delle limitazioni in base all’etnia. Non importa se chi vuole prendere casa ha documenti e contratto di lavoro regolari. Lo straniero, a volte, viene visto come uno spauracchio. E, in alcuni casi, messo sullo stesso piano degli animali. Capita in un’inserzione web per l’affitto di un bilocale a Senigallia. Prima, c’è la descrizione delle caratteristiche dell’appartamento, poi le dovute precisazioni: «Solo referenziati, non sono ammessi animali, no stranieri». Un divieto categorico.

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