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Ostetrica con il morbillo,
allarme per bambini e donne incinta

SENIGALLIA – Il servizio malattie infettive ha richiamato e avvisato tutte le pazienti entrate in contatto con l'ostetrica che ha contratto la malattia. Allertati anche 56 pazienti visitati al pronto soccorso

L’ospedale di Senigallia

 

Ostetrica dell’ospedale di Senigallia con il morbillo, il servizio malattie infettive avvisa le donne incinta e i piccoli non vaccinati che sono entrati in contatto con l’operatrice malata. Avviata l’indagine epidemiologica e le procedure previste per evitare il diffondersi della malattia, che può avere conseguenze letali per i neonati. Lo rende noto la direzione sanitaria dell’ospedale di Senigallia che ha segnalato il caso dell’ostetrica con il morbillo al dipartimento prevenzione. L’ostetrica è assente dal lavoro per malattia dal 20 agosto, ma solo il 25 agosto si è avuto la certezza che aveva contratto il virus. Per ricostruire rapidamente i contatti avuti dall’ostetrica malata durante i giorni di incubazione della malattia è stato costituito un gruppo di lavoro con i medici del dipartimento di prevenzione, la direzione infermieristica, il protno soccorso, la direzione medica ospedaliera e la divisione ostetricia e peditria. Secondo le procedure dettate dalle circolari del ministero della Salute, sono state contattate telefonicamente le donne che risultavano aver avuto potenzialmente contatti per fornire informazioni, disponibilità telefonica per eventuali perplessità o dubbi, verifica anamnestica dello stato immunitario ed invito a vaccinazione per i suscettibili, precauzioni da adottare e invito a presentarsi il giorno successivo in Pediatria. Sono stati predisposti anche un percorso ed ambienti dedicati per eventuale terapia con Immunoglobuline, nei casi previsti dalle indicazioni ministeriali. Sono stati avvisati 56 pazienti del Pronto soccorso dei quali era registrato il numero telefonico, oppure avvisato il medico di famiglia. Per evitare il diffondersi del morbillo sono stati vaccinati due contatti familiari della ostetrica, due genitori di neonati ed un operatore sanitario. “Siamo di fronte purtroppo ad una situazione preoccupante. Per questo sono sempre più convinto che l’obbligo vaccinale sia la strada giusta – commenta il consigliere regionale Fabrizio Volpini presidente della Commissione sanità –. A livello nazionale circa il 30% dei casi di morbillo che si sono riscontrati riguarda personale sanitario non vaccinato. Per questo si sta studiando un provvedimento che permetta anche al personale sanitario non vaccinato di accedere alla vaccinazione”. L’episodio, subito controllato dal lavoro integrato del personale delle diverse strutture organizzative dell’Area vasta 2 Asur di Senigallia, indica come la epidemia di morbillo italiana sia ancora attiva e necessiti della attenzione. L’epidemia di morbillo partita nei primi mesi del 2017 ha coinvolto nella catena di trasmissione anche giovani adulti, operatori sanitari e personale scolastico. Nelle Marche solo nel corso del primo semestre 2017 sono stati riscontrati 53 casi accertati di morbillo. Negli anni precedenti erano stati notificati 14 casi nel 2012, 56 casi nel 2013, 41 casi nel 2014, 1 caso nel 2015, 7 casi nel 2016. Per quanto riguarda i casi notificati quest’anno, l’89% era non vaccinato, il 4% ha ricevuto solo una dose di vaccino, nel 7% dei casi lo stato vaccinale non era noto. Da rilevare che la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (Mpr) nel 2016 nelle Marche è stata dell’83% (Italia: 87%). L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini: al di sotto del 95% gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a repentaglio la salute di tutti, secondo l’effetto della cosiddetta “immunità di gregge”, proteggendo indirettamente anche chi non può essere vaccinato.

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