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Nasce l’homeschooling,
la scuola a casa alternativa
alla materna pubblica

TENDENZA - Aumentano i genitori che scelgono la scuola domiciliare e metodi educativi diversi dai tradizionali. Boom di richieste nelle strutture della provincia dopo l'introduzione dell'obbligo vaccinale. La responsabile chiarisce: "Non siamo scuole free vax"

Una delle attività che i bambini svolgono alla fattoria didattica Pura Vida

 

Silvia Marchionni, responsabile del progetto di homeschooling di Pura Vida

 

di Agnese Carnevali

Homeschooling, nasce il fenomeno delle scuole alternative. Strutture scelte dai genitori anche per bypassare l’obbligo dei vaccini, almeno fino alle scuole primarie. Ma non solo. Per molti genitori è il desiderio di educare i propri figli secondo un metodo diverso da quello tradizionale. Un modello libertario – regole non imposte dall’alto, ma condivise con i bambini – ed immersi nella natura. Una rete, quella delle Scuole del bosco ad esempio, sempre più ampia anche in provincia di Ancona. Silvia Marchionni, imprenditrice agricola, professionista dell’arte terapia e counselor in logoterapia ed analisi esistenziale, oltre che clown terapeuta professionale aprirà la prima homeschooling di Chiaravalle, nella fattoria didattica Pura Vida, un’altra è in apertura a Montesicuro, mentre è attiva già da anni quella di Osimo.

Nella struttura di Chiaravalle già da tempo si svolgono i centri estivi ispirati all’educazione libertaria ed alla pedagogia naturale e ad ottobre partirà il progetto di homeschooling per bambini dai 2 ai 6 anni.

Un modo per eludere le nuove regole sui vaccini? «Le richieste di informazioni sono aumentate da quando è entrata in vigore la legge, ma il progetto non nasce con questa finalità − precisa la responsabile Silvia Marchionni −. I genitori che decidono di iscrivere i propri figli a questa homeschooling devono sottoscrivere un patto educativo ed essere convinti della scelta, in modo che anche a casa l’educazione sia ispirata agli stessi valori della scuola. È inutile scegliere questa struttura per evitare i vaccini e poi pretendere che si faccia scuola in modo tradizionale. Nasciamo in un’ottica di tollerenza».

Cosa cambia, dunque, rispetto alla scuola dell’infanzia del sistema pubblico? «Usiamo un metodo di insegnamento libertario, che non significa assenza di limiti o regole, ma limiti e regole sono stabiliti insieme ai bambini. Un metodo non competitivo, perché vediamo quanto sia vissuto in modo drammatico questo aspetto dai bambini − spiega Marchionni −. La natura è l’altro elemento fondamentale, come l’arte terapia. Non abbiamo giochi strutturati, ma i giochi sono rappresentati da elementi semplici, legno, pale, ramoscelli. Ci ispiriamo insomma alla filosofia del buon selvaggio. L’abitudine al tablet ed alla tecnologia sta impoverendo i più piccoli dal punto di vista dell’immaginazione e dell’uso della fantasia − prosegue ancora Marchionni −. Noi lavoriamo sulla costruzione di miti e leggende rispetto alla natura e vogliamo che la fattoria sia vissuta dai bambini come casa loro: si prendono cura degli orti, fanno il pane e osservano l’ambiente che li circonda. Oltre a questo c’è tutto l’apetto motorio che è molto importante». Un metodo pedagogico che Silvia Marchionni applica già da cinque anni nei centri estivi e che da quest’anno ha deciso di sviluppare anche nella loro formula invernale, da ottobre a giugno. L’idea è di fare orario simile a quello scolastico fino alle 13, «ma essendo una scuola parentale, che coinvolge dunque i genitori, ascolterò le richieste delle famiglie».

E tra le richieste, che provengono da tutta la provincia, numerose quelle relative all’obbligo o meno, per frequentare la scuola, dei vaccini. «Abbiamo ricevuto molte richieste in tal senso − afferma la responsabile del progetto −, essendo un’associazione al nostro interno non vige l’obbliogo vaccinale, ma non vogliamo essere presi d’assalto per questo motivo».

 

 

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