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«La storia d’impresa
centrale per definire il capitalismo»

ANCONA - La lezione di Franco Amatori nel suo intervento alla biblioteca di via della Loggia, a conclusione della settimana di studio della Summer School dell'European Business History Association che ha portato in città studiosi e studenti da tutta Europa, dagli Stati Uniti e dal Giappone

Il gruppo di studiosi della Summer School dell’Ebha nell’incontro conclusivo alla biblioteca Amatori con il professor Franco Amatori

 

Che cos’è il capitalismo? Questo interrogativo è stato al centro della presentazione di Franco Amatori, che divide la sua attività fra l’Università Bocconi e le iniziative della biblioteca di via della Loggia ad Ancona. Ebbene questa domanda è stata il fulcro dell’intervento conclusivo della Summer School per la European Business History associazione. Che cos’è una Summer School? È una densa serie di lezioni a cui si sottopongo studenti di dottorato, provenienti da tutta Europa ma anche dagli Stati Uniti e dal Giappone, tenute dai migliori docenti del campo di studi, a cui essi rivolgono anche domande sulla loro tesi di dottorato.

Amatori si è soffermato in particolare sul fatto che nel Paesi più avanzato in questo tipo di studi, gli Stati Uniti, si è giunti alla convinzione che la storia d’impresa debba essere superata da una storia del capitalismo. L’inizio infatti ha riecheggiato ironicamente il celebre incipit del Manifesto di Marx ed Engels: “Uno spettro si aggira in questa stanza: è il capitalismo e la sua storia”. In realtà il professore anconetano ha dimostrato come il capitalismo non sia altro che l’economia dei nostri giorni. Un sistema molto difficile da definire perché le due condizioni fondamentali, ovvero, la proprietà privata dei mezzi di produzione ed il libero mercato sono solo parzialmente realizzabili. Quindi, secondo Amatori, la storia d’impresa mantiene tutta la sua validità perché offre un’unità di analisi precisa, che certo deve essere contestualizzata nel capitalismo dove si colloca, ma non si può sfuggire a questa sua centralità. A questo fine Amatori ha ripreso la lezione del suo maestro Alfred Chandler, il quale per spiegare le ragioni della crescita si rifà ad un complesso intreccio fra tecnologie, configurazione organizzativa dell’impresa, mercati – considerati nella loro dinamicità – rapporti con lo Stato e le sue esigenze di regolamentazione, cultura – intesa come capacità diffusa di accettare le regole dell’economia e della società industriali -. Tutto ciò in una breve presentazione ed in un ampio dibattito con studiosi e futuri dottori di ricerca alla biblioteca Amatori.

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