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Interventi in aumento e
pazienti da tutta Italia,
Torrette esalta la sua Cardiochirurgia

ANCONA – Ad un anno dall'insediamento del nuovo direttore Marco Di Eusanio, l'azienda Ospedali Riuniti tira le somme e parla del Lancisi come di un “polo d'avanguardia di livello nazionale”. Tasso di mortalità tra i più bassi e mobilità attiva, in aumento anche le operazioni dell'equipe pediatrica del dottor Marco Pozzi

Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli con il primario Marco Di Eusanio

Da sinistra, Michele Caporossi, Luca Ceriscioli e Marco Di Eusanio

Un polo d’avanguardia a livello nazionale preso a modello da altre regioni: così l’azienda Ospedali Riuniti riassume l’ultimo anno di attività della Cardiochirurgia, a dodici mesi esatti dall’insediamento del nuovo direttore Marco Di Eusanio e si esalta come una delle prime tre realtà nazionali della sanità pubblica per qualità e quantità di itnerventi. Sono stati infatti 1.190 gli interventi effettuati nell’ultimo anno, con un tasso di mortalità pari all’1.7% a fronte di uno standard medio statunitense del 3.4% e con percentuali addirittura dello zero per cento nelle specialità della chirurgia valvolare, dell’aorta toracica e della mini-invasiva. Interventi che, tra settembre 2016 e agosto 2017, hanno registrato un incremento del 32% rispetto ai due anni precedenti. “Una struttura sul podio nazionale con numeri in termini di produttività straordinari – ha commentato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli – Per questo diciamo ai marchigiani non ha più senso andare fuori regione. Due anni e mezzo fa cardiochirurgia veniva citata come esempio di decadenza di Torrette, ora cardiochirurgia diventa simbolo con un numero impressionante in termini di crescita e attività sia per cittadini marchigiani sia in termini di capacità attrattiva della nostra regione, simbolo di una aumentata produzione sia qualitativa che quantitativa che i servizi stanno offrendo ai marchigiani. Si è investito parecchio in termini di risorse umane, di assunzioni, risorse di investimento, tecnologie e apparati, e si ottiene in cambio una forte crescita in termini di risposte perché il cittadino vuole avere l’opportunità di godere dei servizi sanitari. Una grande conferma che ci pone ai primi posti a livello nazionale non solo nel rapporto Lea spesa come tutti gli anni come regione benchmark, ma anche in fatti specifici importanti come questo di cardiochirurgia”. Per questo la Regione insiste sulla politica di pochi centri che siano di eccellenza e qualità: “Un unico centro di qualità contro i centri sparsi: così si ottengono risultati che la rendono attrattiva ed è così che si combatte la mobilità passiva non moltiplicando le strutture che non hanno nessun tipo di attrattività e scarsa qualità. Esiste una rete tra soggetti di qualità  con un centro che è punto di riferimento”. Il governatore ricorda infine i 202 milioni di investimenti previsti nei prossimi anni nell’edilizia ospedaliera e nei servizi sanitari (leggi l’articolo).

Luca Ceriscioli a destra e Michele Caporossi

“Sono particolarmente soddisfatto e orgoglioso dei dati che la Cardiochirurgia del Lancisi ha saputo esprimere negli ultimi 12 mesi – ha spiegato Marco di Eusanio, da settembre 2016 direttore Sod Cardiochirurgia Ospedali Riuniti Ancona – sono risultati, quelli dell’ultimo anno, che derivano dalla professionalità, dall’impegno e dall’attenzione di un gruppo di chirurghi, cardiologi, e anestesisti che al Lancisi hanno voluto fare squadra attorno ad un progetto che punta e investe tutto sulla qualità del servizio, lavorando con approcci moderni e sempre più multidisciplinari, e sulla rete, interpretando il proprio ruolo di centro Hub con senso di apertura e responsabilità. La nostra ambizione è di rendere la Cardiochirurgia del Lancisi un centro di cui i cittadini marchigiani diventino orgogliosi, almeno quanto lo siamo noi. Lavoreremo per questo”.
“I dati di attività degli Ospedali Riuniti nell’ultimo anno – ha sostenuto il Direttore Generale di Ospedali Riuniti di Ancona Michele Caporossi – parlano da soli anzi cantano. Risplende di nuova vita la cinquantenaria tradizione dell’Ospedale Cardiologico Lancisi che, lungi dall’essere stato abbandonato, dona oggi al suo tradizionale bacino d’utenza di tutte le regioni adriatiche una nuova offerta assistenziale, all’avanguardia e in grado di rispondere in tempo reale ai pazienti che a noi si rivolgono. Particolarmente importanti sono i dati riferiti alla mobilità attiva extraregionale sia intermini complessivi sia per la cardiochirurgia che ha registrato un significativo +34%”.
Parallelamente ai risultati dell’attività cardiochirurgica per adulti si è consolidata e potenziata ancora l’attività di cardiochirurgia pediatrica condotta in maniera eccellente da ormai 10 anni dall’équipe diretta da Marco Pozzi che fa osservare in proiezione un ulteriore aumento del 13,2%.  I risultati secondo l’azienda sono da ricondurre all’applicazione delle tecniche e degli approcci più moderni, chirurgici ed anestesiologici, per minimizzare il trauma operatorio ed aumentare il comfort dei pazienti. Traguardi importanti, frutto del potenziamento delle politiche e delle attività di rete volte a favorire e velocizzare l’accessibilità ai servizi da parte dei pazienti con riduzione significativa dei tempi delle liste d’attesa (che si attestano intorno ai 30 giorni) e della presa in carico dei pazienti dalle varie cardiologie regionali ed extra regionali. Obiettivi che, in questo periodo, sono corsi paralleli al consolidamento di un approccio basato sulla multidisciplinarità e sulla condivisione delle attività tra diverse figure mediche come i chirurghi, i cardiologi e gli anestesisti nell’ambito del trattamento delle valvulopatie, degli aneurismi dell’aorta toracica e toracoaddominale, delle aritmie cardiache. E infatti tra le finalità future a medio termine vi è quella di creare due sale chirurgiche ibride ad elevato contenuto tecnologico dove far lavorare insieme i vari specialisti (cardiochirurghi, chirurghi vascolari, anestesisti, radiologi, angiografisti…) che mettano in comune le rispettive competenze per trattare il paziente con tecniche ibride sempre meno invasive, in unica seduta. Gli eccellenti dati della Cardiochirurgia confermano il trend positivo degli Ospedali Riuniti: le attività di ricovero del primo semestre 2017 sono state 23.414 a fronte delle 22.366 dello stesso periodo dello scorso anno, con un valore della produzione pari a 95.937.630 euro sempre del primo semestre 2017 rispetto agli 87.538.417 del 2016.
Infine, significativo appare il dato relativo alla mobilità attiva extraregionale che registra per la cardiochirurgia un + 34% e + 8% circa in media nell’intero ospedale.

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