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Commesse sospese,
ferme due linee produttive
alle cartiere Miliani-Fedrigoni

FABRIANO - Niente più cartamoneta per la BCE e per l'India. Per la proprietà solo voci di corridoio, ma 150 lavoratori sono al momento in attesa di riprendere la produzione. I sindacati sono pronti a valutare gli ammortizzatori sociali a partire da gennaio. Giovedì l'incontro a Verona delle Rsu con il gruppo

 

Il capannone delle cartiere di Pioraco

 

di Sara Bonfili

Più che voci di corridoio, come sostiene la proprietà, la difficoltà delle cartiere è nei fatti: due linee produttive delle Miliani-Fedrigoni sono ferme. Per ora sospese le commesse per la produzione di carta moneta per il mercato asiatico e per la BCE, e si teme annullate. Ci si augura che le Miliani, cuore pulsante della città della carta, non vivano questa prospettiva, ma fonti sindacali fanno sapere che la commessa della BCE, vale a dire la stampa dell’Euro, è andata in appalto a una cartiera francese e che la cartamoneta per l’India non si produrrà più. E domani, nell’importante incontro di Fedrigoni Group che si terrà a Verona, le RSU marchigiane di tutte le sigle sindacali unite coglieranno sicuramente l’occasione per dire la loro ed avere maggiori certezze. Proprio oggi si sono tenute delle assemblee di lavoratori nelle sedi di Fabriano e Rocchetta in cui è emersa la preoccupazione delle maestranze riguardo al futuro. “Difficile per ora sapere di più, dato che i dettagli contrattuali tra le cartiere e gli stati sono riservatissimi”, allerta la CGIL-SLC. “Attenderemo gli sviluppi fino alla fine dell’anno e poi, a inizio 2018 apriremo, nel caso nulla cambi, le trattative con la proprietà per poter valutare poi se serviranno gli ammortizzatori sociali e in che misura”. “Si spera di poter scongiurare questo rischio”, continuano i sindacati, “anche perché sono circa 1500 i lavoratori delle cartiere, di cui circa 650 quelli impiegati a Fabriano, Rocchetta, Pioraco (che ha gli stabilimenti gravemente lesionati dal terremoto ndr.), e sono 150 quelli che lavoravano alle linee ferme. Una cosa è certa: le RSU stanno lavorando molto per far sentire la voce dei lavoratori.”

 

La sede di Pioraco dopo il sisma

La sede di Pioraco dopo il sisma

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