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Riforma del diritto fallimentare,
avvocati critici: «Ad Ancona non ci sono gli spazi»

GIUSTIZIA - L'Ordine degli Avvocati interviene sugli effetti della riforma della legge fallimentare, che porterebbe nel tribunale di Ancona procedimenti impossibili da seguire per mancanza di personale. La presidente Serenella Bacchiocco: "Non siamo contrari alle riforme, ma la mole di lavoro è troppo grande per personale amministrativo e spazi fisici degli uffici"

Tribunale di Ancona

 

L’approvazione in Commissione Giustizia del Senato del DDL 2681 che riforma la legge fallimentare, apre la strada allo spostamento di molte procedure e cause fallimentari dei Tribunali di Pesaro, Urbino, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno ad Ancona, con effetti negativi su professionisti e cittadini.

Il grido d’allarme nei confronti del testo lanciato dai consigli degli Ordini degli Avvocati dei sei Tribunali Marchigiani riuniti nell’Unione delle Curie, così come quello proveniente dagli organismi di altre regioni è rimasto inascoltato.

«Non siamo contrari alle riforme della giustizia in sé – puntualizza Serenella Bachiocco, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ancona – ma contestiamo le modalità e le metodologie di approvazione di tali riforme. Nel caso specifico aspettiamo di avere a disposizione il testo della legge per poter valutare situazioni ben delineate ed adottare i provvedimenti del caso». «Quel che è certo – ha aggiunto – è che nella sede del Tribunale di Ancona non c’è assolutamente spazio fisico per accogliere i procedimenti fallimentari, giudici e personale amministrativo che arrivassero dalle altre sedi, ed invece sarà il caso che la questione sia posta molto seriamente». «La pianta organica del personale amministrativo comunque, anche se potenziata, non sarebbe comunque sufficiente a sostenere l’enorme mole di lavoro supplementare che ricadrebbe sulla sede di Ancona nella quale si creerà un ingolfamento totale».

La legge prevede anche la costituzione solo presso le Camere di Commercio degli organismi che assistono il debitore nelle procedure di composizione assistita della crisi. Nelle Marche, a seguito dell’accorpamento in un’unica Camera regionale di Ancona, vi sarebbe anche in questo caso un solo organismo con sede ad Ancona. Francesca Palma, presidente dell’Unione delle Curie evidenzia il problema: «Anche qui la concentrazione ad Ancona sarebbe causa di aggravio dei costi e di ritardi nell’esecuzione degli atti mentre auspicavamo di utilizzare i tribunali circondariali per snellire le procedure». «Il Ministro Orlando insiste sulla necessità di avere riforme a costo zero, ma la situazione è ben diversa per cittadini e professionisti» conclude Palma.

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