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Ricorrono al Tar contro la promozione
della figlia in seconda elementare

ANCONA - Il caso riguarda i genitori di una bimba di 6 anni individuata dalla scuola come un'alunna con bisogni educativi speciali. Sono stati degli specialisti esterni all'istituto a consigliare ai docenti della piccola la ripetizione dell'anno scolastico. Il suggerimento disatteso ha portato la famiglia in tribunale, ma il ricorso è stato rigettato

Foto d’archivio

 

di Federica Serfilippi

La figlia viene promossa in seconda elementare. La notizia, però, non viene presa bene dai genitori che impugnano il provvedimento del collegio docente e ricorrono al Tar per cercare di far annullare la decisione delle maestre. L’obiettivo? Far bocciare la piccola per permetterle di ripetere la prima elementare. È una storia al contrario quella su cui hanno dovuto dibattere i giudici del tribunale amministrativo, prendendo in esame l’insolita richiesta dei genitori di una bambina di 6 anni che lo scorso anno ha superato lo scoglio della prima classe in una scuola di Civitanova Marche. La scelta di ricorrere, da quanto emerge dagli atti, sarebbe stata dettata a seguito delle difficoltà di apprendimento della bimba,  individuata dalla scuola come un’alunna con bisogni educativi speciali. Tali deficit hanno reso necessaria l’attuazione di percorsi terapeutici specifici e la redazione di un piano didattico personalizzato (PDP) che la scuola ha concordato con i genitori dell’alunna. Sono stati gli specialisti di un centro di psicologia e di psicoterapia dell’Anconetano, insieme ad altre professioniste private a cui si era rivolta la famiglia, a consigliare al corpo docente la bocciatura della piccola. La mancata attuazione del suggerimento ha spinto i genitori a rivolgersi al tribunale. Pochi giorni fa, il ricorso non è stato accolto: la promozione in seconda elementare è legittima. Ora, alla famiglia della minore non rimane altra via che seguire la prescrizione dei giudici oppure ricorrere addirittura al Consiglio di Stato.

Il Tar Marche

Le difficoltà emotive, attentive e di apprendimento sarebbero emerse durante il secondo quadrimestre. Davanti a queste problematiche, la scuola si è mossa attuando un piano didattico personalizzato, redatto nell’aprile 2017. La minore ha anche iniziato un percorso con degli specialisti esterni all’istituto, tra cui una cui una psicomotricista e una logopedista. Da loro è arrivato il consiglio di far ripetere all’alunna «la prima elementare, in modo da favorire la maturazione delle abilità compromesse dai disturbi di cui è affetta e da ridurre lo svantaggio adattativo».  Per i docenti, però, la bocciatura non sarebbe mai stata una soluzione da abbracciare, perché «non avrebbe garantito il recupero sperato in relazione alle difficoltà dell’allieva, mentre l’allontanamento dal contesto scolastico nel quale, seppur a fatica, la stessa si era inserita, avrebbe rischiato di farle perdere anche le competenze sino a quel momento acquisite». Tra l’altro, «nel PDP sono state individuate le strategie da attuare in concreto, ma non si è accennato alla possibilità per la bambina di ripetere l’anno scolastico». Un particolare di cui i genitori sarebbero stati messi al corrente. A supporto della decisione dei docenti c’è anche il giudizio di ammissione, dove si fa riferimento al parziale raggiungimento degli obiettivi programmati («ossia non quelli generali, bensì quelli personali specificamente individuati»). Per tutti questi fattori presi in considerazione, il tribunale ha rigettato il ricorso: la promozione non si tocca. La piccola deve andare in seconda elementare.

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