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Azionisti traditi da Bm,
“possono essere risarciti da Ubi”

CREDITO - A spiegare questa possibilità è l'avvocato Alfonso Valori. La sentenza del tribunale di Ferrara per un cliente Carife si può applicare anche per Banca Marche

L’avvocato Alfonso Valori

 

«I piccoli azionisti della ex Banca Marche possono fare causa a Ubi per ottenere il risarcimento». A dirlo è l’avvocato Alfonso Valori, che spesso si è occupato di svolgere consulenze in merito alla questione di Banca Marche. In sostanza possono fare quello che già ha fatto un piccolo azionista “tradito” della Carife, che si è rivolto alla giustizia civile e ha ottenuto una sentenza favorevole: la Bper, che ha rilevato le azioni, per una cifra simbolica, della Nuova cassa di risparmio di Ferrara (cosiddetta good bank), dovrà risarcire quanto ha perso. I piccoli azionisti, coloro che avevano acquistato prodotti bancari degli istituti poi falliti, tra cui Banca Marche, hanno dunque la via della giustizia civile da praticare per riavere quanto perduto in seguito al decreto Salva banche. Domani, salvo proroghe, scade l’altra possibilità, quella di presentare domanda di arbitrato per chiedere la restituzione di quello che si è perso. Più lungo invece il termine per rivolgersi alla giustizia civile: «c’è tempo dieci anni – dice l’avvocato Valori –. La richiesta la può fare chi ha un reddito fino a 35mila euro o chi ha investito fino a 100mila euro in prodotti finanziari di Banca Marche. La tossicità di quei prodotti era tale che difficilmente può essere esclusa la responsabilità della banca. Se il risparmiatore fosse stato correttamente informato, come previsto per legge, difficilmente avrebbe corso il rischio di acquistare quei prodotti». È la stessa Bankitalia che spiega che Ubi, avendo acquisito Banca Adriatica (già Banca Marche e Nuova Banca Marche) succede senza soluzione di continuità.

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