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Presepe vivente annullato,
turisti in fuga
Vescovi: «Danno economico e d’immagine»

GENGA - Mancati incassi per oltre 26 mila euro che significano mancata beneficenza. Fioccano le disdette dei pullman diretti ad una delle rappresentazioni natalizie più famose e longeve d'Italia. Il fondatore Mario Vescovi lancia l'appello alle istituzioni perché trovino i fondi per la messa in sicurezza della manifestazione. Il sindaco Medardoni: «Tutto pronto per il prossimo anno»

Il tempio del Valadier all’interno di una delle grotte di Genga

 

una rappresentazione degli scorsi anni

 

di Sara Bonfili

Era il presepe vivente più famoso d’Italia. Probabilmente per estensione il più grande del mondo, contando che copre una superficie di 30 mila metri quadri, ha un percorso di 300 metri di dislivello, dal parcheggio delle Grotte fino al tempio del Valadier e che vi intervengono circa 300 figuranti. L’annullamento de presepe vivente di Genga per il secondo anno consecutivo vuol dire mancato incasso (rilevante), mancata beneficenza a tutti gli enti che ogni anno ricevevano un contributo sotto forma di donazioni e pagamenti, e danno d’immagine per una rappresentazione che è nata nel 1982. Ce lo racconta Mario Vescovi, presidente e fondatore dell’Associazione amici del Presepio di Genga, che, suo malgrado, si è trovato a dover annunciare la cancellazione dell’evento, uno dei più seguiti e conosciuti delle Marche e d’Italia. «Come già comunicato non possiamo permetterci le modifiche richieste dalla normativa sulla sicurezza, per questioni di soldi ma soprattutto di tempo, poiché il nostro impianto progettuale era già stato valutato positivamente dalla commissione comunale, ma quanto previsto dalla normativa del capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza Franco Gabrielli avrebbe richiesto anche la preparazione tecnica delle squadre di sicurezza, oneri tecnici e lavori, che ci sarebbero venuti a costare circa 60 mila euro. Dovremmo mettere a norma alcuni quadri elettrici, ma soprattutto avremmo dovuto fare di corsa dei lavori che il 6 gennaio 2018 avremmo dovuto smontare. Con uno spreco di denaro enorme e inutile. Perciò abbiamo deciso di rinunciare».

La circolare Gabrielli del 7 giugno 2017 infatti, diramata a seguito degli incidenti di Torino durante la finale di Champions League, dove morì una ragazza e vi furono centinaia di feriti, prevede precise norme in situazioni di sovraffollamento, come ad esempio la presenza di diverse vie di fuga. Ogni anno il presepe di Genga richiamava oltre 8 mila persone, di cui due terzi paganti sopra i 10 anni. Con un biglietto di 5 euro per circa 5200 persone porta a un mancato incasso di 26 mila euro, almeno.

Mario Vescovi, presidente dell’associazione Amici del Presepio di Genga

«Il presepe viene a costare, tra figuranti e animali rari circa 20 mila euro − riprende Vescovi −. Inoltre ogni anno abbiamo fatto donazioni con pare dell’incasso: alla Lega del Filo D’oro di Osimo, ai malati talassemici del professor Lucarelli del Centro Trapianto di Midollo Osseo di Pesaro, all’ospedale di Fabriano. L’anno scorso, nonostante l’annullamento dell’evento, abbiamo fatto una donazione per una scuola terremotata di Arquata del Tronto». Il sindaco di Genga Giuseppe Medardoni ci assicura che l’anno prossimo sarà tutto pronto per il presepe, che nel 2016 è stato annullato a causa degli eventi sismici ancora in corso. «Il progetto per poter adeguarci alla normativa Gabrielli c’è, è stato approvato dalla commissione comunale. Occorre mettere a norma la pavimentazione, le paratie che coprono il tratto sopra il fiume ed una serie di altri interventi. Stiamo lavorando per reperire i fondi, si tratta di diverse migliaia di euro. Se ne parla per il prossimo anno». Il sindaco di Genga ha risposto all’appello dell’associazione alla sensibilizzazione e alla rincorsa dei fondi. Oltre che al Comune, Vescovi ha intenzione di scrivere all’Ente Parco, alla Regione Marche, al consorzio Frasassi, gestore delle Grotte, per far tornare a vivere la manifestazione. «I lavori da fare potrebbero essere permanenti e allora servirebbe il parere della Soprintendenza, si dovrebbe mettere in sicurezza la strada, fare le certificazioni di tutto l’impianto elettrico: per far ciò serve più tempo − aggiunge ancora Vescovi −. A suo tempo avevamo incontrato il comando dei vigili del fuoco di Ancona, con l’ingegner Santini, il commissario di Fabriano e la questura, per chiedere i loro pareri. Certamente in 35 anni non abbiamo mai avuto segnalazioni per la mancata sicurezza e non abbiamo mai disturbato altri per compiere interventi dovuti a nostre negligenze. Ma è cambiata la normativa e ci adeguiamo».

Quello che dispiace, più del mancato incasso, sottolinea Vescovi, è il danno d’immagine: «Mi hanno appena chiamato da Chieti, da Mestre, da Cento, per annullare tanti pullman di turisti che avevano prenotato. Dall’altro capo del telefono non ci potevano credere».

Grotte di Frasassi per il secondo anno senza presepe vivente

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