Si era fratturato un braccio dopo essere caduto in un tombino: il risarcimento del Comune arriva dopo 8 anni di traversie giudiziarie. È terminata con una sentenza a favore dei ricorrenti, i genitori di un bimbo che all’epoca dei fatti aveva 10 anni, la vicenda che ha visto finire nelle aule del tribunale l’infortunio avvenuto nel luglio 2009, quando il piccolo era inciampato in un tombino con il coperchio fuori posto e occultato dall’erba incolta del prato che si apriva all’esterno dell’edificio che ospita la circoscrizione di Collemarino. Dopo la sentenza di primo grado a favore del Comune, i giudici d’appello hanno accolto il ricorso della famiglia della vittima, condannando l’Amministrazione a pagare un risarcimento di 10 mila euro e tutto l’ammontare delle spese legali sostenute in questi anni. L’epopea della famiglia anconetana era iniziata nel luglio 2009. Il bimbo, ormai maggiorenne, era caduto all’uscita da una festa che una suo amichetto aveva tenuto in una stanza della circoscrizione del quartiere dorico. Passeggiando per il prato, dove l’erba non era stata tagliata a dovere, si era imbattuto in un tombino con il coperchio arrugginito e fuori posto. A causa della scarsa visibilità portata dalla cattiva manutenzione del prato, il piccolo era inciampato nella buca, riportando la frattura di un braccio. La famiglia del ferito aveva deciso di ricorrere a vie legali, affidandosi all’avvocato Manuel Piras. Nel 2013, c’è stata la sentenza di primo grado. Il giudice aveva avallato la tesi del Comune, affermando come la responsabilità della caduta fosse attribuibile ai genitori del bimbo che non avevano vigilato abbastanza per impedire l’infortunio. Di tutt’altro avviso i giudici dell’appello che hanno riconosciuto come causa della caduta la scarsa manutenzione del tombino e dell’erba del giardinetto. L’Amministrazione avrà quattro mesi di tempo per risarcire la vittima.
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