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Mancati rimborsi dalla Regione,
protesta l’Anpas: «Basta, ora fermiamo
le ambulanze»

SANITA' – L'associazione marchigiana indice la protesta a partire dal primo marzo: riconsegna delle chiavi dei mezzi e stop ai servizi di trasporto dei pazienti, anche per le urgenze del 118. “Situazione mai così grave, non possiamo più sostenere i costi”

Foto d’archivio

 

Costi insostenibili, rimborsi arretrati dal 2013, continui tagli ai servizi da parte dell’Asur. L’associazione di pubblica assistenza dice basta: dal primo marzo stop a tutte le ambulanze delle Croci e delle organizzazioni di volontariato. Pronti a protestare con la consegna delle chiavi dei mezzi ai sindaci dei Comuni e nessun trasporto di pazienti, nemmeno per le urgenze del 118. “Da molti mesi Anpas Marche ed altre componenti del volontariato stanno tentando di addivenire alla soluzione delle gravissime criticità che interessano il sistema di trasporto sanitario ordinario e di emergenza nella regione Marche” si legge in una nota dell’associazione di pubblica assistenza. “Nonostante ripetute sollecitazioni e tentativi di aprire un reale dialogo costruttivo per porre urgentemente rimedio ai gravi danni cagionati al sistema da problematiche croniche, aggravate da inopportune quanto pregiudizievoli modifiche normative ed organizzative adottate in tempi più recenti, nessuna reale disponibilità è stata palesata dal competente servizio regionale e dall’Asur, osservando al contrario un gravissimo degrado nei rapporti ed accanimenti, anche sul piano operativo e relazionale, mai constatati in oltre venti anni di intensi rapporti” aggiunge il comitato regionale dell’Anpas. “Ancora irrisolti i numerosi problemi che affliggono le organizzazioni di volontariato e di riflesso tutti i cittadini della regione Marche: pertanto dal primo marzo le ambulanze si fermano” spiega l’associazione. I nodi della vertenza? Su tutti, la mancata liquidazione dei rimborsi per le spese sostenute dal 2013 ad oggi. “Negli ultimi 4 anni Asur ha erogato alle organizzazioni di volontariato solamente degli acconti, con riduzione percentuale rispetto al rimborso massimo ammissibile presunto, mentre il conguaglio a saldo doveva essere liquidato dopo la presentazione delle rendicontazioni annuali e dei relativi documenti giustificativi” continua Anpas. Ma l’Asur non avrebbe verificato nessuna delle centinaia delle rendicontazioni fornite dalle associazioni, così nessuno dei costi anticipati dalle Croci (benzina, riparazioni, gommisti, carrozzieri, ossigeno, materiale di consumo) è stato saldato. “I disavanzi complessivi sono molto ingenti e vanno a sommarsi al diffuso tentativo di mancato riconoscimento delle aliquote applicate da marzo 2017 per i trasporti non prevalentemente sanitari, ancora oggi svolti in regime transitorio dalle organizzazioni di volontariato su basi economiche chiaramente rese note in anticipo alla loro erogazione” afferma l’associazione. A questo si aggiunge il cambio dei criteri di rendicontazione da parte dell’Asur, con la delibera impugnata al Tar da parte dell’Anpas, che ha portato alla blocco dei rapporti contrattuali dal primo gennaio del 2017 tra Asur e organizzazioni di volontariato: da oltre un anno le ambulanze viaggiano senza un affidamento ufficiale del servizio di trasporto sanitario, pur continuando a garantire i servizi. C’è poi il caso dei dializzati: dallo scorso anno i pazienti in dialisi non hanno più accesso al trasporto del servizio sanitario regionale, ma hanno solo il rimborso di un quinto della benzina per andare al centro dialisi con mezzi autonomi. Molti centri dialisi e molti pazienti però non sono stati informati, il risultato è che le associazioni stanno continuando a trasportare i pazienti, sapendo che i rimborsi non basteranno a coprire i costi e dovranno decidere se chiedere agli stessi degenti di pagare di tasca propria oppure interrompere il servizio, in ogni caso creando disagi e disservizi. “La situazione nel suo complesso è ad un livello di gravità mai precedentemente raggiunto, mettendo quotidianamente a rischio la sopravvivenza delle organizzazioni di volontariato e gravando i cittadini marchigiani che vi si impegnano per amministrarle di gravissime responsabilità e rischi finanziari non più tollerabili – conclude il comitato regionale dell’Anpas -. Viene realmente lesa la dignità di migliaia di volontari che si riconoscono da decenni in un progetto di aiuto alla collettività, oggi messo quotidianamente a repentaglio da soggetti incapaci di comprenderne le peculiarità ed il valore, operanti con il doloso implicito assenso della politica regionale, a cui tentano ossessivamente di dimostrare (verosimilmente attratti da allettanti feedback) illusorie e fuorvianti performance di economia e razionalizzazione, con il solo evidente risultato di distruggere progressivamente la struttura ed i servizi, a totale discapito della salute dei cittadini marchigiani” conclude l’Anpas, proclamando la protesta dal primo marzo.

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