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Nuovo piano industriale
per Whirlpool,
la Cgil dice “No”

FABRIANO - Ieri al Mise, nell'incontro di verifica con i sindacati del'accordo produttivo 2015-2018, l'azienda ha presentato un nuovo piano industriale per gli anni 2019/2021 e ha illustrato la situazione nei vari stabilimenti italiani del gruppo. Confermata la reindustrializzazione di Albacina con 50 persone, esuberi di 800 persone in tutto il Gruppo, i dubbi del coordinamento Fiom sulla riorganizzazione ancora in corso nei centri direzionali di Fabriano, Cassinetta e Pero

La sede Whirlpool Fabriano

 

Un nuovo piano industriale per Whirlpool. Era quello che si aspettava da tempo, insieme alla fotografia della situazione lavorativa di tutti siti industriali, dei volumi, e degli investimenti fatti. Il 17 maggio al Mise l’azienda con i sindacati ha fatto il punto e presentato l’atteso piano industriale 2019/2021, in cui si determina un esubero di 800 persone  in tutti gli stabilimenti e nei centri direzionali. Per loro il ricorso agli ammortizzatori sociali, cassa integrazione e solidarietà, che scadranno il prossimo 31 dicembre 2018. Ne serviranno di ulteriori.

Sono confermate dal piano le reindustrializzazioni previste ad Albacina, per 50 persone, e a Teverola per 75 lavoratori. L’azienda inoltre ha dichiarato due nuovi interessi industriali in via di definizione per l’area di Teverola in grado di riassorbire ulteriori 150 lavoratori. Restano le difficoltà per i siti produttivi e i centri direzionali del gruppo a causa dei ritardi nell’integrazione tra Indesit e Whirlpool in Emea e che non avrebbe permesso di completare il percorso condiviso con il piano Industriale 2015/2018.

«Il piano industriale 2019/2021 che Whirlpool ha presentato giovedì 17 maggio, pur rappresentando per la delegazione sindacale una prima importante risposta alla preoccupazione diffusa tra i lavoratori, i delegati e le organizzazioni sindacali sul futuro degli stabilimenti e alla loro crescita, è un piano industriale a cui mancano molte risposte», fanno sapere dal coordinamento sindacale Fiom Whirlpool della Fiom-Cgil nazionale. «In primo luogo è un piano industriale che prevede il ricorso alla cassa integrazione e alla solidarietà oltre la scadenza del 31 dicembre 2018 − continua la Cgil −  è una condizione necessaria per il piano industriale ma che oggi l’attuale normativa italiana non garantisce ai lavoratori. Il confronto su questo tema dovrà proseguire dopo l’insediamento del nuovo Governo». Il piano industriale prevede un recupero di volumi con accordi commerciali in fase di realizzazione per lo stabilimento di Siena; la specializzazione dello stabilimento di Comunanza nelle produzioni di lavasciuga; la concentrazione della produzione di lavatrici nello stabilimento di Napoli; un investimento in processo e prodotto di 24 milioni. A Siena e Comunanza si traduce con riduzione del lavoro degli impianti.  «Non è chiaro cosa succede agli impiegati interessati dalla riorganizzazione ancora in corso nei centri direzionali di Fabriano, Cassinetta e Pero − aggiunge ancora la Cgil −, per questo non abbiamo condiviso il piano e chiesto al ministero dello Sviluppo Economico di avviare un confronto per avere certezze sui volumi produttivi in tutto il Gruppo, garanzie per le funzioni impiegatizie e produzioni aggiuntive per garantire la specializzazione dello stabilimento di Comunanza». Confronto che ci sarà il 6 luglio 2018 al Mise, mentre è convocato il coordinamento Fiom Whirlpool il 25 maggio prossimo a Roma.

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