Va a ritirare il canone d’affitto e molestia sessualmente l’inquilina: 43enne anconetano condannato a scontare un anno e nove mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa questa mattina dal collegio penale. La stessa procura aveva chiesto una pena uguale alla misura stabilita dai giudici. Parte civile al processo era la vittima, una donna romena di 26 anni che, all’epoca dei fatti, abitava in un piccolo appartamento delle Brecce Bianche con il fidanzato. A lei andrà un risarcimento danni di 3 mila euro. L’episodio finito sotto al lente della magistratura era avvenuto il 31 marzo del 2014. Stando a quanto raccontato dalla straniera, quel giorno le si era palesato a casa il 43enne, proprietario dell’appartamento per poter ritirare il canone d’affitto. Nell’abitazione c’era solo la 26enne al monento del fatto. Non è chiaro cosa sia successo tra loro, ma la ragazza ha sempre sostenuto di essere stata aggredita. Il 43enne l’avrebbe spinta verso il muro fino a stringerle una mano contro il collo per immobilizzarla. Con la mano libera ne avrebbe approfittato per toccarla nelle parti intime per poi prendere la via d’uscita ed andarsene. La denuncia agli investigatori della Squadra Mobile da parte della donna era stata immediata, così come l’accesso al pronto soccorso di Torrette avvenuto la sera stessa della presunta aggressione. La donna, a cui erano state refertate delle ecchimosi al collo, era stata dimessa dal nosocomio con una prognosi di tre giorni. Proprio su quanto scritto nel referto medico ha dibattuto la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Atanasio. Non ci sarebbero stati segni evidenti di violenza sessuale, neppure testimoni. Solo la versione di lei contro quella dell’imputato che ha sempre negato ogni contestazione.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati