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Al nido solo se vaccinati,
la Regione approva la legge

ANCONA - Il Consiglio regionale straordinario dà il via libera, con 20 voti favorevoli e 6 contrari (M5S e Lega), alle modifiche alle disposizioni regionali attuative del decreto Lorenzin del 2017. Viene così l'obbligo vaccinale per la frequenza delle strutture per l'infanzia la cui competenza è della Regione

L’aula del Consiglio regionale (foto d’archivio)

 

Bambini ammessi agli asili nido delle Marche solo se vaccinati. Passa con 20 voti a favore e 6 contrari (M5S e Lega) la proposta di legge che aggiorna la normativa regionale sui vaccini, discussa oggi nella seduta straordinaria del Consiglio regionale. Le vaccinazioni stabilite con il decreto Lorenzin del 2017 dovranno essere in regola per nidi d’infanzia, centri di aggregazione per bambini e adolescenti, agri-nido, nidi domiciliari, servizi sperimentali. Ai coordinatori dei servizi il compito di accertare il rispetto dell’obbligatorietà.
«La legge Lorenzin – ha sostenuto il relatore di maggioranza Fabrizio Volpini (Pd), presidente della commissione Salute – nasce dalla preoccupazione che si è diffusa nel nostro Paese, dove negli anni si è registrato un calo preoccupante delle coperture vaccinali, sia per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie sia per quanto riguarda le vaccinazioni fortemente consigliate. Ad un anno dall’entrata in vigore della legge, le coperture stanno salendo in tutta Italia e stanno salendo in maniera importante anche nella nostra regione. Per il morbillo dal 79% siamo arrivati all’88%, rispetto alla soglia del 95%. Interrompere oggi questo processo di aumento delle coperture vaccinali è anti-scientifico e forse pericoloso per una questione di sanità pubblica. Noi interveniamo sui servizi educativi dell’infanzia, perché di competenza della Regione. Straordinario strumento di sicurezza collettiva». Per la relatrice di opposizione Romina Pergolesi (M5S) non sussistono motivazioni urgenti che giustificano la seduta straordinaria, «perché tanta fretta di escludere i bambini non vaccinati? È una presa di posizione politica, una ripicca del Pd che crea problemi a bambini e famiglie. Con quale credibilità si viene a pontificare di sicurezza pubblica, quando si è provveduto sistematicamente a depotenziare il sistema sanitario pubblico e i servizi di prevenzione che da anni lamentano problemi di organico? Ad aprile l’anagrafe regionale vaccinale non era ancora in funzione. Questo Pd si sta affrettando ad escludere dei bimbi dai nidi solo per una “ripicca” politica nei confronti dell’operato del Governo e del Parlamento, espressione della volontà degli italiani. Un atteggiamento irresponsabile ed ipocrita quello della maggioranza, che, incapace di gestire i propri servizi, impone l’obbligo ai cittadini. Il calo delle coperture vaccinali è dovuto alla carenza dei finanziamenti, da parte della Regione, alla farmacovigilanza regionale. Le Marche sono un fanalino di coda a livello nazionale rispetto alle altre regioni che hanno investito maggiormente nel sistema di vigilanza».

Per il presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo, «l’Aula ha affermato un principio di civiltà: vale a dire assicurare nella regione Marche l’effettiva tutela della salute dei nostri figli, grazie anche alla vaccinazione che, come dichiarato dall’Oms, rappresenta la più importante scoperta medica da parte dell’uomo».

Dai banchi dell’opposizione in Consiglio regionale arriva l’ok alla legge da Forza Italia. «Siamo favorevoli perché crediamo che siano un essenziale strumento di prevenzione nei confronti di malattie, spesso anche mortali, strumento che deve inevitabilmente puntare anche sull’informazione e la persuasione − le parole della capogruppo Jessica Marcozzi −. Purtroppo, però, devo constatare che il M5S fa ancora opposizione quando invece è maggioranza. Sui vaccini a livello nazionale sono stati solo in grado di promuovere un rinvio di un anno. E inoltre hanno creato solo caos con una circolare ministeriale sull’autocertificazione e poi con emendamenti sul Milleproroghe per non affrontare subito una questione importantissima come quella sulle vaccinazioni. Sono spaccati al loro interno con divergenze anche nella maggioranza di governo. Ora sento parlare il M5S di strumentalizzazione e di urgenza pretestuosa in merito al consiglio straordinario odierno sui vaccini. Ma lo scorso anno è stata la minoranza a chiederne uno simile. Li invito dunque, dinanzi a tali contraddizioni e lacune che generano solo caos, almeno a moderare i toni e a iniziare a provare a governare».

«Non può esserci incertezza su un tema importante come quello della vaccinazione obbligatoria − ha affermato il capogruppo Pd, Fabio Urbinati −.Di chi ci dobbiamo fidare? Dei no vax che non hanno basi scientifiche dietro le loro dichiarazioni oppure della scienza? Non si può andare dietro al consenso quando dall’altra parte ci sono questioni importanti come quelle della salute. Oggi in Consiglio regionale i 5 stelle e la Lega si sono dimostrati, ancora una volta, scettici su temi che non dovrebbero neanche essere messi in discussione. Il Pd, ancora una volta, ci tiene, invece, a schierarsi dalla parte della scienza e dei medici. Qualcuno si è anche lamentato per il Consiglio regionale “straordinario” di oggi. Riteniamo che fornire risposte con chiarezza alle famiglie ed ai dirigenti scolastici, lasciati nel limbo dal governo gialloverde, sia più importante di vacanze ed impegni personali».

La proposta di legge approvata dall’Aula e che modifica l’ordinamento giuridico regionale in tema di vaccinazioni è il “Testo unificato: modifiche alla legge regionale 13 maggio 2003 n. 9 Disciplina per la realizzazione e gestione dei servizi per l’infanzia, per l’adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie, e alla legge regionale 12 aprile 1995, n. 46 concernente Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore dei giovani e degli adolescenti e modifica alla legge del 9 agosto 2017 n. 28 “Disposizioni relative all’esercizio delle funzioni regionali concernenti la prevenzione vaccinale”. La prima proposta, a firma Volpini, Mastrovincenzo, Urbinati, Giancarli, Traversini, Giacinti, Rapa, Minardi, Micucci, Busilacchi, Marconi chiarisce a quali servizi devono essere applicate le disposizioni previste dalla normativa statale del 2017. Nello specifico a “nidi d’infanzia; centri per l’infanzia; spazi per bambini, bambine e per famiglie; centri di aggregazione per bambini, bambine e per adolescenti; agri-nido; nidi domiciliari; servizi sperimentali”. La seconda è a firma Ceriscioli, Mastrovincenzo, Minardi, Urbinati, Busilacchi, e interviene nell’ambito della legge di settore approvata nel 2017, a partire dalla titolazione che viene declinata in “Disposizioni relative all’osservanza dell’obbligo vaccinale e all’esercizio delle funzioni regionali concernenti la prevenzione vaccinale”. Con questo atto, viene chiarito nelle finalità, “la Regione tutela la salute della comunità come bene sociale prioritario ed in particolare preserva lo stato di salute dei minori e della collettività con cui gli stessi entrano in contatto fin dai primi anni di vita, individuando la vaccinazione quale fondamentale strumento indispensabile di prevenzione primaria”.

 

 

 

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