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Whirlpool, rientro amaro dalle ferie:
meno lavoro per tutti
e nessuna notizia dal Ministero

COMUNANZA - La Fiom provinciale denuncia una situazione ormai insostenibile: «Si aggrava lo stato di apprensione in una crisi ad oggi lontana dal risolversi. Abbiamo proposte concrete da presentare all’azienda per rilanciare il sito produttivo piceno. Il tavolo nazionale non è più procrastinabile»

Lo stabilimento di Comunanza

di Maria Nerina Galiè

Lo stabilimento Whirlpool di Comunanza rimarrà chiuso il 30 ed il 31 agosto, per il solito fermo produttivo che sta dimezzando da mesi le ore di lavoro e di conseguenza la busta paga. E non si sa ancora nulla circa la data dell’atteso incontro al Mise. Queste le  notizie che hanno accolto i 500 lavoratori al rientro dalle ferie estive. «La situazione è ormai insostenibile e si aggrava lo stato di apprensione in una crisi ad oggi lontana dal risolversi”, denuncia Alessandro Pompei dalla segreteria provinciale di Ascoli Piceno, che aggiunge: “A fine anno con la scadenza degli ammortizzatori sociali, si apriranno le porte per 800 esuberi a livello nazionale. Soltanto sei mesi più tardi per Comunanza, in ragione dell’emendamento sul decreto terremoto. Non sono sufficienti e non risolvono il problema. Occorre una revisione complessiva della normativa del jobs act in tema di ammortizzatori che aumenti i periodi di riferimento per il ricorso alla cassa integrazione». 

Alessandro Pompei della Fiom

Si respira aria di impazienza tra i dipendenti del colosso americano degli elettrodomestici ed i loro rappresentanti sindacali, ancor peggio dove incombe lo spettro degli esuberi, 131 da gennaio nella sola unità produttiva picena.   

«I lavoratori della Whirlpool di Comunanza come quelli degli altri siti  – dice ancora Pompei –  non hanno ad oggi nessuna risposta dal Governo centrale. E’ per questo che chiediamo con forza la convocazione al Ministero dello sviluppo economico dopo l’annullamento dell’incontro del 6 Luglio 2018». Il piano di rilancio che l’organizzazione sindacale intende avanzare all’azienda sul tavolo di coordinamento nazionale è pronto da tempo. Manca solo la convocazione. «All’incontro – ribadisce il segretario provinciale Fiom – ci presenteremo rinnovando la richiesta di discutere di un nuovo piano industriale per il sito di Comunanza a partire dalle proposte concrete che abbiamo avanzato nei mesi scorsi: il mantenimento della produzione delle lavatrici Aqualtis; il rientro della produzione delle lavasciuga ad incasso ora realizzate presso lo stabilimento Whirlpool di Radomsko in Polonia; la costituzione del polo produttivo dell’asciugatura con la realizzazione a Comunanza delle asciugatrici attualmente prodotte in Slovacchia. Un nuovo piano industriale, insomma, che dovrà essere sostenuto con il recupero dell’investimento previsto nel piano 2015-2018 concordato e mai realizzato». Ma anche altro bolle in una pentola che Pompei chiede a gran voce che sia scoperchiata. «Riteniamo inoltre necessario – aggiunge – che le lavatrici e le lavasciuga realizzate a Comunanza dovranno essere quelle di ultima generazione, le più innovative. Nel sito piceno si dovrà  implementare il valore aggiunto dei prodotti in termini di sviluppo ed innovazione. Adesso l’avanguardia è rappresentata dalla tecnologia Sesto Senso, in grado di controllare e monitorare in remoto, dallo smartphone, le funzioni dell’elettrodomestico contribuendo anche ad ottimizzare il consumo energetico. Non è più procrastinabile – conclude il sindacalista – avere risposte chiare da parte dell’azienda e riaprire la vertenza Whirlpool al tavolo del Mise». 

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