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«Violentata, minacciata e picchiata dal
mio ex compagno»: 25enne a processo

ANCONA - Il giovane è accusato di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia sulla sua ex convivente, di due anni più piccola. L'imputato avrebbe tolto alla donna la sua libertà: «Fai come dico io perché sei la madre dei miei figli»

Foto d’archivio

 

Per almeno sei anni sarebbe stata schiava del compagno: abusi sessuali, minacce e botte, anche davanti ai due figli piccoli. È con la duplice accusa di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia che è finito a processo un 25enne anconetano di origine rom. Per il giovane, difeso dall’avvocato Stefano Radovani, il processo si è aperto questa mattina in tribunale. A salire sul banco dei testimoni è stata l’ex convivente. Sentita dal pm, ha ripercorso gli anni terribili finiti sotto la lente della procura. Anni in cui, stando all’accusa, la donna (che non si è costituita parte civile) sarebbe stata picchiata selvaggiamente dal 25enne, presa per il collo, spintonata e gettata a terra. Le botte sarebbero anche andate in scena alla presenza dei figli minorenni della coppia. Sono nati nel periodo dei maltrattamenti contestato dal pm Valentina Bavai. L’atteggiamento autoritario del 25enne si è anche riversato sul mondo sociale dell’ex compagna. Una sequela di minacce di morte rivolte alla donna si era verificata nel giugno 2016. All’origine, una foto del profilo whatsapp della vittima non gradita all’imputato.  «Togli quella foto altrimenti ti ammazzo di botte.Tu non sei libera di fare quello che vuoi perché sei la madre dei miei figli. Chiamo i miei parenti e faccio picchiare tutta la tua famiglia» le avrebbe detto lui in chat. Inoltre, al vaglio del collegio dei giudici, ci sono anche gli episodi di violenza sessuale, sempre più frequenti − stando alla denuncia della donna − quando il rom tornava a casa ubriaco. La vittima ha denunciato i fatti solamente sei anni dopo l’inizio dell’inferno vissuto. Il motivo: “Avevo paura di subire ritorsioni” ha detto in udienza. L’imputato si trova attualmente agli arresti domiciliari dopo una condanna inflitta dal tribunale per furto aggravato.

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