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Lotto nelle Marche, taglio del nastro
«La Madonna con Angeli di Osimo:
aiutateci a svelare questo mistero» (FOTO)

MACERATA - Ieri l'inaugurazione a palazzo Buonaccorsi della mostra dedicata all'artista veneziano e alla nostra regione. L'esposizione si chiude con una provocatoria cornice vuota, simbolo di un dipinto rubato a Osimo nel 1911 e mai ritrovato. Il curatore Enrico Maria Dal Pozzolo: «Se qualcuno ha anche solo un piccolo indizio ce lo dica, perché secondo me ancora non è stata distrutta»

Il taglio del nastro

 

di Giovanni De Franceschi
(foto di Fabio Falcioni e Andrea Del Brutto)

 

Un giallo, un caso giudiziario mai risolto. Un dipinto del Rinascimento rubato da un palazzo municipale a due mesi di distanza dal furto della Gioconda. Si chiude con una provocatoria cornice vuota la mostra “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche”, inaugurata ieri pomeriggio a palazzo Buonaccorsi di Macerata. Al taglio del nastro erano presenti autorità civili e militari: il governatore Luca Ceriscioli, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il sindaco Romano Carancini e l’assessore Stefania Monteverde, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, i rettori di Unimc e Unicam Francesco Adornato e Claudio Pettinari, gli amministratori dei vari Comuni “lottiani”, il questore Antonio Pignataro e il presidente della iGuzzini Adolfo Guzzini. A far da Cicerone per le sale «che potrebbe essere quelle di un palazzo di una grande capitale» il curatore Enrico Maria Dal Pozzolo.

Enrico Maria Dal Pozzolo

La provocazione finale, appunto. Riguarda la tela “Madonna con bambino e Angeli”, rappresentata solo da una cornice vuota: l’ultima stanza della mostra. Quest’opera infatti venne rubata nel 1911 a Osimo, nel 1914 si aprì un processo, ma lo scoppio della Grande guerra di fatto chiuse il caso senza colpevoli. E ancora oggi la tela non è stata recuperata. A differenza della Gioconda sparita pochi mesi prima: in questo caso venne incolpato un imbianchino e il famoso dipinto di Leonardo tornò quasi subito al Louvre. Da qui l’appello e la provocazione di Dal Pozzolo: «Se qualcuno ha anche solo un piccolo indizio ce lo dica, perché secondo me quella “Madonna con bambino” ancora non è stata distrutta. Ma questa cornice vuota sta a significare anche un’altra cosa – ha aggiunto il curatore – ci ricorda tutto quello che ancora non sappiamo di Lotto nelle Marche, che è tantissimo. Con questa mostra abbiamo cercato di mostrare il meglio delle sua opera in questa regione, ma sono solo delle pietre miliari».

Una mostra che si snoda attraverso dieci sale e inizia con i documenti e le carte di chi ha permesso che venisse realizzata, cioè gli storici che trasmisero la presenza di Lotto nelle Marche, come il Vasari o Pietro Zampetti.  Lungo il percorso tele provenienti  da diverse parti del mondo, dell’Italia e dai comuni della nostra regione. Le opere provenienti dalla Gemaldegalerie della Staatliche Museen di Berlino (il San Cristoforo e il San Sebastiano, due pannelli di un polittico disperso che Lotto aveva realizzato per la Chiesa di Castelplanio), per la prima volta in Italia, quella restaurata della Gallerie degli Uffizi (Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Gerolamo), le opere del British Museum di Londra (Assunzione della Vergine) e del Musèe du Louvre di Parigi (Deposizione di Cristo), oppure del Museo del Prado di Madrid (San Girolamo penitente), del Musée des Beaux Arts di Strasburgo (Svenimento della Vergine durante il trasporto di Cristo al sepolcro) o dell’Ermitage di San Pietroburgo (Cristo conduce gli apostoli sul monte Tabor e Madonna delle Grazie). Tra i pezzi forti anche un capolavoro mai esposto: “Venere adornata dalle Grazie” di collezione privata, pubblicata da Zampetti nel 1957 e rimasto all’oscuro per sette decenni. E ancora, il San Girolamo controverso definito da Vittorio Sgarbi un falso, «ma solo per fare un dispetto» ha replicato Dal Pozzolo.  Senza dimenticare ovviamente le tele presenti sul nostro territorio: il San Vincenzo Ferrer salvato dalla chiesa di San Domenico a Recanati lesionata dal sisma, o quelle di Jesi, Monte San Giusto, Mogliano, Cingoli, Ancona, Osimo e Loreto, dove prima di morire Lotto si fece oblatore della Santa Casa.

Luca Ceriscioli

«Anche questa è ricostruzione, un momento fortissimo di ricostruzione dell’anima identitaria della nostra terra che non si è piegata e vuole continuare ad essere portatrice di bellezza e cultura. Questa mostra è quasi un atto d’amore nei confronti dei nostri territori, a raccontarne attraverso le opere e gli occhi di Lorenzo Lotto, magnifico interprete della bellezza infinita delle Marche, i valori più intimi». Così il presidente della Regione, Luca Ceriscioli alla presentazione della mostra che si è tenuta al Teatro Lauro Rossi di Macerata, prima del taglio del nastro palazzo Buonaccorsi. «Voglio ricordare – ha proseguito il governatore – che i sindaci all’indomani del sisma avevano come prima preoccupazione, oltre alla tutela delle persone, anche la salvaguardia del patrimonio culturale. Perché queste sono le Marche, così ci caratterizziamo: una lunga storia dell’arte che sta nel nostro dna di popolo. Abbiamo voluto questa esposizione proprio a Macerata che non è una città lottesca per dire che si va oltre la mostra, oltre Lorenzo Lotto e vuole rappresentare l’intero territorio regionale affermando un’identità a lungo cercata, un’idea di Marche che escono dal cono d’ombra per entrare nell’immaginario della bellezza infinita. Per questo vogliamo imprimere una forte spinta promozionale a questa mostra, perché sia una preziosa occasione di accoglienza di turisti interessati alla qualità delle proposte, che siano culturali o gastronomiche, e noi sappiamo dare il meglio. Lotto – ha concluso Ceriscioli- per noi è le Marche. Non poteva esserci protagonista diverso per raccontare il nostro territorio e quella voglia di riscossa. E lo facciamo con una mostra importantissima proseguendo la narrazione di una proposta culturale elevatissima che abbiamo iniziato da due anni, coniugando turismo e cultura».

Da domani fino al 10 febbraio la mostra sarà visitabile dalle 10 alle 18 (giorno di chiusura lunedì). «Un’esposizione importante – ha detto Carancini – di respiro internazionale. Macerata prende il testimone da Madrid, dove si è da qualche giorno conclusa una mostra dell’artista veneziano e nei prossimi giorni camminerà insieme a quella di Londra. Abbiamo la consapevolezza di essere un territorio all’altezza di attirare persone di tutto il mondo». Ha parlato di mostra coraggiosa l’assessore Monteverde, «che serve anche per riscoprire quello che noi siamo. Sicuramente restituisce a Lotto quello che merita di avere – ha aggiunto – in un territorio dove ha lavorato per 50 anni. Palazzo Buonaccorsi ha un museo attrezzato per ospitare esposizioni internazionali e oggi siamo inseriti in un circuito che coinvolge anche due degli Istituti più importanti d’Europa: il Prado di Madrid e la National Gallery di Londra. A partire dai prossimi giorni ci sarà tanto movimento, con il coinvolgimento delle scuole e della comunità».

 

Adolfo Guzzini e Stefania Monteverde

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