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Centro massaggi a luci rosse:
maitresse in arresto
Tra i clienti anche tre minori

ANCONA - Chiusa la struttura di via Tenna collocata all'interno del centro commerciale di Torrette, al centro dell'indagine della polizia giudiziaria dei vigili urbani. A Villa Fastiggi c'è finita una 43enne cinese, titolare del contratto d'affitto e indagata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di una sua connazionale. Le prestazioni sessuali potevano costare fino a 150 euro. Giro d'affari da 15 mila euro al mese

Il centro massaggi sotto sequestro

 

Centro massaggi a tinte hard a Torrette: una cinese in arresto e struttura sequestrata. È questo il risultato dell’operazione compiuta ieri pomeriggio dalla sezione di polizia giudiziaria dei vigili urbani, comandata dal maggiore Marco Caglioti e coordinata da Liliana Rovaldi. Nel carcere di Villa Fastiggi c’è finita una cinese classe 1975, titolare del contratto d’affitto del centro e accusata dalla procura di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Alle sue “dipendenze” ci sarebbe stata una connazionale di 46 anni, dimorante proprio nella struttura sottoposta da ieri a sequestro e situata nel centro commerciale di via Tenna. Stando ai riscontri degli investigatori, le prestazioni potevano andare da un minimo di 80 fino a un massimo di 160 euro. In totale, al mese entravano circa 15 mila euro. Era nella sala allestita per i massaggi nella vasca da bagno che sarebbe avvenuta la maggior parte dei rapporti intimi tra la 46enne e i suoi clienti. A decine si presentavano ogni giorno in via Tenna, single ma anche uomini sposati, di tutta le età. Tra i clienti anche tre minorenni, di 14, 15 e 17 anni, residenti ad Ancona. Il numero di telefono sulla porta del centro corrisponde a una serie di annunci sensuali postati online e facenti riferimento a massaggi sensuali per risvegliare il benessere delle persone e favorire il relax. Peccato che, stando ai riscontri dei vigili urbani, i trattamenti manipolativi sarebbero sfociati in prestazioni sessuali. Nel centro sono stati ritrovati anche dei contratti di lavoro intestati a nove cinesi che figuravano come dipendenti della struttura. In realtà non ci avrebbero mai messo piede. È per questo che la procura ipotizza che siano stati firmati ad hoc per facilitare il rilascio del permesso di soggiorno.

 

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