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Caccia, ambientalisti sul piede di guerra
Il consigliere Bisonni:
«Legge regionale va impugnata»

AMBIENTE - Wwf, Lac, Enpa e Lav preparano un nuovo ricorso al Tar per far rispettare l'ordinanza di sospensione dell'attività venatoria nella Rete Natura 2000. Mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore Pieroni in Consiglio martedì prossimo 18 dicembre

Il consigliere regionale del gruppo misto, Sandro Bisonni, insieme ai rappresentanti delle associazioni animaliste ed ambientaliste

 

 

di Martina Marinangeli

Caos caccia: la saga continua. Dopo il secondo colpo di coda della Regione che, in poco più di un mese, ha aggirato due sentenze della giustizia amministrativa permettendo, attraverso leggi ed emendamenti, l’attività venatoria nelle aree della Rete Natura 2000, le associazioni ambientaliste e il consigliere regionale Sandro Bisonni hanno annunciato oggi di voler portare avanti una battaglia senza esclusione di colpi. «Scriverò ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura e solleciterò i parlamentari più sensibili alle questioni ambientali affinché impugnino questa legge palesemente incostituzionale», tuona Bisonni, parlando di una «forzatura enorme e gravissima» in riferimento al documento votato martedì dalla maggioranza del Consiglio regionale, in cui viene ripristinato il calendario venatorio vigente, incluse le aree protette Natura 2000 in cui la caccia era stata sospesa per effetto delle ordinanze del Consiglio di Stato prima e del Tar Marche poi. «Faremo un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo per far rispettare l’ordinanza di sospensiva che lo stesso Tar ha emesso il 7 dicembre – fa sapere l’avvocato Tommaso Rossi, rappresentante delle associazioni Wwf, Lac e Enpa – e chiederemo che si esprima in via d’urgenza». Una corsa contro il tempo, con Regione e ambientalisti ai nastri di partenza e traguardo fissato al 23 gennaio, quando il Tar deciderà in via definitiva sulla questione.

Emergenza cinghiali− Intanto però, nell’ordinanza di sospensiva del 7 dicembre, il Tribunale amministrativo mette nero su bianco una cosa che per le associazioni ambientaliste è fondamentale chiarire: «con riferimento alle questioni sollevate dalle organizzazioni di categoria intervenute ad opponendum (ovvero gli agricoltori di Cia Marche, Coopagri Marche, ndr), va solo aggiunto che le problematiche dovute all’eccessiva presenza di cinghiali sono oggetto dell’autonomo Piano di Controllo Regionale 2018/2023». L’emergenza cinghiali è infatti stata addotta dallo stesso governatore Luca Ceriscioli come motivazione alla base della legge varata dal Consiglio regionale martedì che permette la caccia anche nelle zone Natura 2000. «Si tratta oltretutto di un falso storico – afferma il delegato della Lac Marche, Danilo Baldini, affiancato da Marco Petroni del Wwf e da Maria Aquila della Lav –: la caccia al cinghiale ne comporta la dispersione. Esistono misure alternative più efficienti, come i recinti».

Mozione di sfiducia – Nel mirino delle critiche degli ambientalisti è finito in particolare l’assessore regionale alla Caccia Moreno Pieroni, su cui pende una mozione di sfiducia depositata dal Movimento 5 stelle e sottoscritta da Bisonni e dai consiglieri della Lega Sandro Zaffiri e Marzia Malaigia. Mozione che verrà discussa martedì in Consiglio regionale e che ha come premessa una lettera inviata da Pieroni ai cacciatori, in cui metteva nero su bianco i nomi di chi aveva votato contro l’emendamento che permetteva di nuovo l’attività venatoria nelle aree Natura 2000 dopo il primo stop sancito dal Consiglio di Stato. Una mossa letta come «gesto intimidatorio» dal M5s. Emerge intanto che l’assessore avrebbe inviato una seconda lettera ai cacciatori proprio ieri, dopo il voto dell’Aula sulla nuova legge in tema che, di nuovo, aggira la sospensiva, ma questa volta senza fare nomi e scrivendo solo i partiti che si sono detti contrari.

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