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Due giovani del progetto Sprar tra coloro
che hanno salvato dei ragazzi
alla Lanterna Azzurra

JESI - Tra i tanti che nella notte maledetta del 7 dicembre alla discoteca di Corinaldo si sono adoperati per salvare la vita ai ragazzi nella calca, ci sono anche due stranieri - un ghanese e un nigeriano - titolari di protezione umanitaria e beneficiari del progetto Sprar.

Tra i tanti giovani che nella notte maledetta del 7 dicembre al Lanterna Azzurra di Corinaldo si sono adoperati per salvare la vita ai ragazzi nella calca, ci sono anche due stranieri – un ghanese e un nigeriano – titolari di protezione umanitaria e beneficiari del progetto Sprar gestito dall’Asp. È proprio l’Azienda Pubblica Servizi alla Persona Asp Ambito 9 di Jesi a farlo sapere.
I due giovani africani, la sera del 7 dicembre scorso, erano presenti presso la Discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo per assistere al concerto di Sfera Ebbasta. “A seguito delle note vicende – si legge in una nota – causa il pizzicore alla gola e le difficoltà respiratorie, come tutti i presenti, sono usciti di corsa verso le uscite di emergenza aperte, rimanendo coinvolti nella calca delle persone, e, nonostante siano caduti entrambi, si sono a fatica rialzati e si sono adoperati in tutti i modi per aiutare i giovani rimasti intrappolati sotto altre persone, prestando loro soccorso ed aiuto.
Uno di loro (Hassan) afferma di aver tirato fuori un ragazzo che aveva perso i sensi e di avergli praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, tecnica appresa durante un corso svolto dalla Croce Rossa a cui aveva partecipato in precedenza. Gli ha bagnato il capo con l’acqua fornitagli da un buttafuori e il ragazzo, dopo pochi secondi ha ripreso i sensi ed è rimasto a terra in compagnia di un’amica”. Sempre Hassan ha raccontato di aver aiutato altre tre ragazze. Di una delle tre, in particolare, ricorda di aver aiutato un ragazzo che da solo non riusciva a tirarla fuori perché intrappolata sotto altre persone. “Non sappiamo se è lui che ha salvato la vita di quel quindicenne di Serra De Conti che cerca ancora chi ringraziare per quanto accaduto quella notte e a ben vedere non è molto rilevante – conclude la nota dell’ASP – ciò che importa è poter verificare, anche nella triste vicenda di Corinaldo, che al momento del bisogno ci sono dei ragazzi, bianchi o neri non importa, che cercano di aiutare altri ragazzi che hanno bisogno di aiuto. È una buona notizia. E il cielo sa di quanto abbiamo bisogno di buone notizie per guardare al futuro con speranza”.

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