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Legge 194, Altra Idea di Città:
«Nessuno spazio per gli oscurantisti»

ANCONA – Il movimento si scaglia contro i manifesti di ProVita affissi alle fermate degli autobus ed in giro per la città, che rivendicano l'obiezione di coscienza dei medici come un dovere. «Sette ginecologi su dieci sono antiabortisti: in un paese civile non dovrebbe essercene nemmeno uno in tutto il sistema sanitario»

Uno dei manifesti affissi per la città

 

 

«Anche ad Ancona è ufficialmente partita la guerra alla legge 194». A difesa della norma che tutela l’interruzione volontaria di gravidanza scende in campo Altra Idea di Città, che attacca i manifesti delle associazioni “pro vita” affissi alle fermate degli autobus ed in giro per la città.
«Le organizzazioni del mondo fondamentalista cattolico, guidate dalla capofila ProVita – scrive il movimento in una nota – non solo difendono l’ormai anacronistica obiezione di coscienza dei medici, ma addirittura la rivendicano come un dovere.Per loro sette ginecologi antiabortisti su dieci sono troppo pochi, quando in un paese civile non dovrebbe essercene nemmeno uno in tutto il sistema sanitario nazionale. I manifesti in questione – attacca Aic – sono tra l’altro ingannevoli, descrivendo il feto umano ad undici settimane di gestazione come un bambino assolutamente già formato, al mero scopo di suggestionare le persone. Lo scopo è semplice: cercare di creare un movimento di opinione, già forte in Parlamento di figure come il senatore Pillon ed il ministro Fontana, che permetta di modificare in senso restrittivo la legge 194, in modo di abolirla de facto. Cosa che, tra l’altro, già succede in alcune zone d’Italia, dove negli ospedali non sono presenti medici che pratichino l’aborto». Aic invita infine i cittadini «a manifestare il proprio dissenso contro questi fautori di un ritorno ad un periodo oscurantista. Per quanto ci riguarda – conclude il movimento – abbiamo già depositato in Consiglio Comunale una mozione, tramite il nostro consigliere Francesco Rubini, con cui chiediamo la difesa della legge 194 e l’impegno di tutte le istituzioni a garantirne l’effettiva applicazione in tutto il territorio».

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