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Reddito di cittadinanza,
si accende il dibattito:
«16mila i beneficiari in provincia»

LA STIMA dei parlamentari M5s dopo la partenza del provvedimento insieme a quota 100 per la pensione. Polemica Di Maio-Regioni, Loretta Bravi: «Pronti ad erogarlo ma preoccupazioni su tempi, personale e modalità organizzative». Inas Cisl: «Ci siamo attrezzati per rispondere alla platea dei 6000 possibili neo pensionati nelle Marche»

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio presentano la card per il reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza e “quota 100” diventano realtà e si accende il dibattito politico anche a livello locale. Il M5stelle esulta per la presentazione fatta da Luigi Di Maio della prima card. «E’stato inaugurato ufficialmente – scrivono i parlamentari marchigiani del Movimento-  il sito del Reddito di Cittadinanza. Una misura storica, che finalmente va incontro ai problemi di tante persone e famiglie in difficoltà economica. Soprattutto, è una misura che servirà a dare respiro a 134mila cittadini marchigiani: stando alle cifre ufficiali, infatti, beneficeranno del reddito 49mila famiglie, di cui 16mila solo nella provincia di Ancona, 11mila in quella di Pesaro, 10.800 Macerata, 6.400 ad Ascoli e 4.700 a Fermo. Le sterili polemiche le lasciamo all’opposizione. Per noi adesso è il momento di lavorare sodo per restituire la dignità alle persone attraverso un sostegno economico e un supporto reale per la ricerca di occupazione».  

Loretta Bravi

Ma le dichiarazioni del vicepresidente del consiglio sul ruolo delle regioni fanno infuriare anche l’assessore Loretta Bravi  «Abbiamo una grande occasione per poter fare le cose – ha detto Di Maio – senza dover sempre stare a combattere contro regioni che favoriscono le solite lobby, adesso pure sui navigator (il nuovo profilo professionale incaricato di seguire i beneficiari ndr) stanno facendo casino le Regioni». «Dichiarazioni offensive e inaccettabili quelle del ministro – ha replicato l’assessore al Lavoro, alla Formazione e all’Istruzione Loretta Bravi che sottoscrive e condivide le parole dell’assessore Cristina Grieco coordinatrice della Commissione Lavoro che in questi giorni ha risposto al vicepremier  – Ci tengo a sottolineare  che non discutiamo la bontà della misura, anzi siamo pronti ad erogare il reddito di cittadinanza nel modo più snello possibile vista la presenza di numerosi disoccupati sul nostro territorio, ma abbiamo molte preoccupazioni sulle modalità. Non si riesce a capire quale debba essere il ruolo delle Regioni. Le nostre priorità sono chiare: sostenere i disoccupati affinchè trovino al più presto un lavoro e un buon funzionamento dei servizi. Al tavolo della Commissione Lavoro abbiamo espresso queste preoccupazioni su tempi, sul personale e sulle modalità organizzative che caratterizzeranno la fase attuativa del decreto sul reddito di cittadinanza. Proprio per discutere queste tematiche e trovare soluzioni condivise da tempo e più volte abbiamo richiesto un incontro con il Ministro, ma non abbiamo avuto alcun tipo di risposta».

In particolare sulla questione dell’assunzione dei “navigator” l’assessore Bravi sottolinea: «Si è parlato di affidare le assunzioni dei navigator ad Anpal, ma queste assunzioni, secondo il ministro, sono a contratto co.co.co per due anni. Questo di fatto impedirebbe ad Anpal Servizi di “comandarli” alle Regioni perché il co.co.co è una forma di lavoro autonomo. Non ci sono state fornite indicazioni su come le Regioni potrebbero utilizzarli, né cenni riferiti al rimborso dei costi. Le persone, si presume, dovranno essere accolte nei centri per l’impiego senza però capire come la Regione possa svolgere il ruolo di datore di lavoro e dotarli di postazioni di lavoro. Una postazione di lavoro implica uno spazio fisico a norma, arredi e attrezzature ,strumentazione di base e un innalzamento dei costi di gestione: pulizie, allungamento degli orari. Su tutto ciò non abbiano avuto alcuna direttiva ed il rischio è un pasticcio normativo e incostituzionale che alla fine danneggerà innanzitutto i cittadini» .

Interventi anche sulle pensioni e quota 100 (cioè sommando 62 anni di età e 38 di contributi). Nella regione Marche sono interessati dal provvedimento di pensione oltre 6.000 persone (fonte Inps) tra dipendenti privati e pubblici. La Cisl rileva che per accedere a questo nuovo tipo di pensione anticipata, occorre verificare i requisiti anagrafici e contributivi e saper fare la somma non sarà sufficiente. «Occorre verificare le convenienze economiche dell’uscita anticipata con la quota 100, – si legge nella nota del sindacato considerando soprattutto l’età di uscita in quanto questa, determina il coefficiente di calcolo, che incide sensibilmente sulla determinazione dell’importo dell’assegno di pensione. Altro elemento da considerare è la posizione del lavoratore al momento della richiesta, perché non tutti i lavoratori ne possono beneficiare: sono escluse le posizioni di contribuzione mista tra Inps e Casse Professionali, come sono escluse altre posizioni, tutte da verificare.

Fabrizio Valentini

«È fondamentale valutare tutti gli aspetti del proprio percorso lavorativo e previdenziale per effettuare la scelta migliore – chiarisce Fabrizio Valentini, responsabile regionale dell’Inas Cisl delle Marche. In questi giorni sono moltissimi i cittadini che si stanno rivolgendo al patronato della Cisl per capire se possono andare in pensione con il nuovo meccanismo. Siamo a disposizione di tutti coloro che vogliono saperne di più di “Quota 100”. Per tutte le persone che si rivolgono a noi confezioniamo uno studio personalizzato della posizione contributiva, per verificare la soluzione pensionistica più conveniente e per inoltrare la domanda di pensione».

 

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