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Celebrazione per il 25esimo
dell’ordinazione episcopale
del cardinale Menichelli

ANCONA - Prima del termine della funzione religiosa in cattedrale mons. Angelo Spina ha chiesto all'arcivescovo benemerito di benedire un bassorilievo in bronzo che ricorda gli 800 anni dalla partenza di san Francesco dal porto dorico per la Terra Santa

L’arcivcesco Spina con il cardinale Menichelli

 

In occasione della ricorrenza della Festa della Madonna Regina di tutti i Santi che si venera nel Duomo di Ancona, e nella ricorrenza degli 800 anni dalla partenza di San Francesco D’Assisi, dal Porto di Ancona per la Terra Santa, la comunità ecclesiale ha voluto ricordare il venticinquesimo dell’ordinazione episcopale dell’arcivescovo emerito, il cardinale Edoardo Menichelli. All’inizio della santa messa, l’arcivescovo metropolita sua ecc. mons. Angelo Spina rivolgendo un caloroso saluto al cardinale ha ripercorso tutte le tappe del suo prestigioso servizio alle chiese particolari ed a quella universale. Come sempre il cardinale ha colto nel segno con la sua omelia, che rifacendosi alle giare vuote del miracolo delle Nozze di Cana, argomento del Vangelo appena letto, ha presentato le quattro giare vuote di oggi: la questione della fede, la gioia, la comunione e, “lo avete fatto a me”.

Il cardinal Menichelli ha detto che si fa fatica a dirsi credente: la fede deve portare ad un rapporto con Cristo che dobbiamo credere e vivere senza manifestazioni eclatanti che poi non corrispondono agli insegnamenti del Vangelo come baciare il crocifisso e bandire il rosario in pubblico nelle piazze e vivere, poi fuori dal Vangelo. La fede va vissuta come Maria ai piedi della Croce: non ha urlato il suo dolore, ma lo ha conservato, composta, nel suo cure e non è corsa con le altre donne al Sepolcro perché sapeva che Gesù era risorto. Abbiamo perso il gusto della gioia. Ogni attimo ci lamentiamo di come vada tutto male e siamo tutti e sempre tristi citando una cantilena di episodi e di realtà, senza mai porci di fronte alla realtà impegnandoci personalmente per ritornare ad avere noi ed a far avere agli altri il piacere della gioia. La terza giaravuota di questi tempi è la comunione, cioè la preghiera che ci tiene legati a Cristo, come erano legati Maria e gli 11 nel Cenacolo. La comunità ecclesiale nasce nella preghiera. “Lo avete fatto a me”, su quest’ultima giaravuota, il Cardinale, non ha esitato a dire che sta venendo a mancare il senso del servizio pieno di carità. I cristiani non debbono farsi rubare il Vangelo – ha detto il cardinal Menichelli. – Chi ci dà l’autorità di dire: questo è l’ultimo”.

Prima del termine della celebrazione eucaristica Mons. Spina ha chiesto al cardinale di benedire un bassorilievo in bronzo che ricorda gli 800 anni dalla partenza di san Francesco dal porto di Ancona per la Terra Santa. In essa al di là dei molteplici significati iconografici, Mons. Spina ha voluto scrivere e coniare per la città dorica un nuovo importante titolo accanto a quello di Porta d’Oriente: “Ancona via della pace”. Mons. Spina ha regalato al cardinal Menichelli una penna, in ricordo di questa giornata ed il Cardinale ringraziando ha ricordato che il prossimo gennaio ricorrono i quattro anni della nomina cardinalizia. Quando torna in Ancona, l’Arcivescovo emerito si trova sempre a suo agio per la calorosa accoglienza dell’Arcivescovo Spina e del popolo che sempre accorre numeroso e questa ricorrenza potrebbe essere una buona occasione per un’altra giornata di festa.

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