«Coronavirus e riaperture dei “piccoli ospedali “ la lezione di oggi ci parla degli errori di ieri». Il partito della Rifondazione Comunista di Ancona punta l’indice contro le scelte sulle politiche sanitarie pubbliche del passato ed invita a una riflessione per il futuro. «Non è il momento delle polemiche ma dell’ impegno e della riflessione. – esordisce una nota stampa ufficiale di Rc Ancona – L’emergenza “coronavirus” ci regala la meravigliosa abnegazione, la generosità e il coraggio dei lavoratori della sanità e ci testimonia come solo grazie alla sanità pubblica è possibile affrontare questa drammatica situazione. Ci racconta però di quanto i tagli di questi anni, fatti come sacrificio per le compatibilità di bilancio e sull’ altare del dio dell’ “austerità finanziaria”, stanno pesando sulle difficoltà del momento, ( 70 mila letti, decine e decine di strutture ospedaliere, solo per stare alle evidenze). Proprio per questo ci sembrano fuori luogo le dichiarazioni del direttore della Area vasta di Ancona , che invece di riflettere su tutto questo si affretta a “rassicurare” che passata questa situazione “tutto ritornerà come prima” vale a dire le realtà sanitarie riaperte , in fretta e furia, non poteva essere altrimenti, per questa emergenza, torneranno alle loro funzioni, cioè saranno di nuovo ridimensionate o chiuse. Se queste realtà , pensiamo a Chiaravalle o Fossombrone, hanno potuto essere organizzate e riaperte in pochi giorni è perché, purtuttavia, grazie ai lavoratori di quelle strutture e dei comitati dei cittadini, si sono contrastati i disegni di “razionalizzazione” ( in italiano tagli e chiusure di servizi) perseguito dalla giunta regionale e dei suoi manager».
Secondo Rifondazione comunista basterebbe solo questo «per recitare “mea culpa” e pensare che dopo questa emergenza la sanità pubblica va totalmente ripensata per essere rilanciata e strutturata nei territori, altro che tutto come prima. Molto dovrà cambiare e i progettisti dovranno essere quegli uomini e quelle donne che in queste giornate stanno dimostrando tutto il loro valore, cioè la lavoratrici e i lavoratori della struttura pubblica con loro quanti, associazioni, comitati, singoli cittadini hanno in questi anni sostenuto la battaglia in difesa della salute e delle strutture pubbliche. Andrà tutto bene e dopo penseremo al meglio».
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Ma come?
Prima le sinistre amministrazioni li hanno chiusi…
ed ora vogliono riaprirli?
boh!?