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Consiglio online dopo 77 giorni di stop
Raffica di interrogazioni:
dalle mascherine ai buoni spesa

ANCONA – L'amministrazione sta ragionando in queste ore sulla riorganizzazione dei servizi del Comune nella Fase 2. Sulla mancata distribuzione dei dispositivi ai cittadini, Mancinelli ha risposto alla De Angelis: «si tratterebbe di circa 1 milione di euro al mese di spesa corrente. Nessuna amministrazione comunale se la può permettere»

Il Consiglio comunale in una foto d’archivio

Ci sono voluti 77 giorni, ma oggi il Consiglio comunale è tornato a riunirsi in via telematica e sono subito partite le bordate tra maggioranza ed opposizione. La minoranza ha contestato soprattutto la marginalizzazione dell’istituzione («persino comuni piccoli come Mondavio sono riusciti a far ripartire i lavori prima di noi», ironizza la consigliera leghista Antonella Andreoli), entrando poi nel merito delle questioni: dalla gestione dei buoni spesa alle misure per il commercio (la delibera di giunta in materia verrà votata nella seduta del 18 maggio) fino alla distribuzione gratuita delle mascherine. Nella relazione iniziale, la sindaca Valeria Mancinelli ha fatto sapere che «stiamo ragionando in queste ore per la riorganizzazione dei servizi del Comune nella fase 2, con la riapertura degli sportelli al pubblico e nel giro di qualche giorno dovremmo essere in grado di avere un piano operativo. Le misure su cui si stanno orientando più o meno tutti i Comuni sono quelle relative all’utilizzo delle aree pubbliche, all’azzeramento di Cosap o Tosap, e ad un’iniziativa che stiamo portando avanti insieme a livello nazionale per l’azzeramento della Tari nel periodo di chiusura e la sua riduzione per i prossimi mesi». La raffica di interrogazioni delle minoranze ha puntato la lente d’ingrandimento su diverse questioni, a partire dalla fornitura gratuita delle mascherine ai cittadini da parte del Comune, di cui la consigliere della Lega-MN Maria Grazia De Angelis ha chiesto conto alla prima cittadina. «Non è un Comune che può risolvere strutturalmente questo problema, proprio perché dovremo conviverci a lungo – la spiegazione di Mancinelli -. Nei Comuni in cui si è fatto, la distribuzione è stata quasi simbolica, perché hanno consegnato mascherine monouso che possono essere usate un giorno. Qui il fabbisogno sarebbe per 80mila persone, che moltiplicato per trenta giorni significherebbe 2milioni e 400 mila mascherine al mese. Il Comune di Pesaro ha distribuito circa 180mila mascherine, che significa farle bastare per soli tre giorni. Ammesso che le mascherine si possano trovare a prezzo calmierato di 0,50 centesimi l’una, per Ancona si tratterebbe di circa 1 milione di euro al mese di spesa corrente. Nessuna amministrazione comunale se la può permettere. Il tema c’è – commenta la sindaca –, ma la risposta non sta nell’iniziativa dei Comuni. Noi, in sede ANCI, stiamo sollecitando la protezione civile nazionale affinché affronti questa questione».

Le opposizioni in consiglio, foto d’archivio

Il tema che più di tutti ha però sollevato i quesiti delle opposizioni – tanto da essere diventato anche oggetto di una lettera al Prefetto firmata da tutti i capigruppo della minoranza – è quello dei buoni spesa per i nuclei che si sono ritrovati a reddito zero a causa del lockdown. «L’amministrazione Mancinelli – scrivono in una nota congiunta – ha deciso di chiudere improvvisamente il Bando il 10 aprile. In realtà non sono terminati neanche i fondi del Governo, non sono stati utilizzati i soldi della Donazioni private (circa 20.000 euro) e non è stato speso neanche un euro del Comune. Inoltre anziché fare come il Comune di Pesaro che, oltre ad investire 63.000 euro comunali, ha fatto due bandi e ha immediatamente reso disponibili i buoni spesa, ancora oggi, ad un mese dalla chiusura del bando, tante famiglie anconetane non hanno neanche ricevuto una risposta». L’assessora ai Servizi sociali Emma Capogrossi, rispondendo alle interrogazioni di Daniele Berardinelli (Forza Italia), Francesco Rubini (AIC), Antonella Andreoli (Lega-MNS) e Daniela Diomedi (M5S), ha spiegato che «il sussidio è stato realizzato con 533.344 euro di fondi statali, ai quali si sono aggiunti 17.300 euro di donazioni. Le domande pervenute sono state 3.197, ad oggi quelle accolte sono state 2.083. In fase di valutazione ci sono 400 domande, mentre 714 sono state respinte perché spesso viziate da richieste plurime o avanzate da nuclei familiari non monoreddito. Il 10 aprile, a sette giorni dalla pubblicazione dell’avviso, erano pervenute oltre 3.000 domande con un ammontare medio di 250 euro a beneficio, abbiamo ritenuto di aver raggiunto il budget disponibile e abbiamo deciso di chiudere l’ammissione delle domande per non incorrere nel rischio di allungare ulteriormente i termini». L’assessore ha aggiunto che le risorse avanzate «ammontano a circa 50mila euro e che servizi come l’assistenza domiciliare per disabili, la tutela dei minori, l’assistenza scolastica per i disabili e la rete di solidarietà per senzatetto e distribuzione farmaci sono sempre rimasti attivi».

(Ma.Ma.)

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