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Mascherine sequestrate, la società:
«Nessun tipo di violazione»

FALCONARA - La replica della ditta importatrice dei dispositivi messi sotto chiave dalla Guardia di Finanza e destinati alla vendita nelle farmacie

Alcuni scatoloni sequestrati

 

Alcune mascherine non erano state messe in commercio in attesa «dei chiarimenti da parte del Governo e dall’Istituto Superiore della Sanità». Altre erano state vendute come «semplici dispositivi filtranti per la collettività nel rispetto e corrispondenza degli ordini richiesti dalle farmacie e da altri clienti». Sono le precisazioni delle società falconarese, la Elio Ca srl, oggetto di perquisizione da parte della Guardia di Finanza che ha provveduto al sequestro di migliaia di mascherine aventi un marchio CE rilasciato – secondo l’accusa – da un ente accertatore cinese non rientrante tra gli organismi autorizzati a verificare e attestare la conformità del prodotto. «La suddetta società – è stato specificato in una nota – è stata interessata da un accertamento a seguito del quale veniva sequestrato del materiale in deposito all’interno dei locali dell’azienda e, dunque, non immesso in commercio proprio in attesa dei chiarimenti da parte del Governo e dall’Istituto Superiore della Sanità circa le modalità della distribuzione in tale periodo emergenziale delle mascherine chirurgiche. Peraltro si sottolinea come, contrariamente a quanto asserito dagli accertatori, delle 227.150 mascherine sequestrate alla Elio C4 Srl, quasi 190.000 (189.800) non avevano nessuna etichettatura. Perché sono state sequestrate?». E ancora:  «Quanto ad altre mascherine precedentemente vendute a congruo prezzo quali “semplici” dispositivi filtranti per la collettività nel rispetto e corrispondenza degli ordini richiesti dalle Farmacie e da altri clienti, nessuna violazione è stata commessa essendo permesso, per tali tipologie, la vendita anche senza la marcatura CE. Per una corretta informazione, pur nel caos normativo attuale, si deve ricordare infatti che è stato convertito in legge il c.d. decreto Cura Italia (legge 24 aprile 2020 n. 27) nel quale il regime in deroga (articoli 15 e 16) consente la commercializzazione di mascherine prive di marcatura CE e, in particolare per le mascherine c.d. “filtranti” (ex art. 16/2° co. “Cura Italia”) anche senza alcuna valutazione in capo all’Inail (se sono Dpi) o all’Iss (se sono Dm). Dunque gravemente inesatta l’affermazione che tali mascherine non fossero a norma o che recassero una marcatura CE falsa o “taroccata” che, come detto, per tali tipologie, nemmeno è necessaria cosi come non corrisponde al vero che l’Istituto Superiore della Sanità abbia comunicato parere negativo per la loro commercializzazione anche come mascherine chirurgiche. Ancor prima delle decisioni delle autorità competenti alle quali il legale rappresentante della Elio C4 Srl si è rivolto impugnando i provvedimenti cautelari emessi a suo danno, è auspicabile dunque una informazione imparziale e rispettosa della verità».

Certificazione non conforme: sotto sequestro (Foto/Video) mezzo milione di mascherine

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