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«Mi hai danneggiato lo specchietto,
scendi dall’auto e paga 127 euro»
Truffata la ‘signora dei rapaci’

ANCONA - Chiara Carbonetti, operatrice di pet terapy e fondatrice della 'Casa dei Gufi' di Recanati ieri è rimasta vittima del raggiro in via Ascoli Piceno. «Non ho pensato neanche un secondo che la cosa fosse falsa e ho pagato. Mi brucia dentro quello che è successo e adesso sporgerò denuncia» racconta

Chiara Carbonetti con uno dei suoi gufi

 

 

«Mi hai danneggiato lo specchietto, scendi dall’auto e paga 127 euro». E’ l’invito che Chiara Carbonetti, operatrice socio-sanitaria ed insegnante nel tempo libero di pet terapy con i rapaci, si è sentita rivolgere da un automobilista sconosciuto. Ieri intorno alle 13.30 la 47enne anconetana stava transitando al volante della sua vettura in via Ascoli Piceno, nel capoluogo di regione, nel pressi della pasticceria Orazi, quando è caduta nel raggiro, restando vittima inconsapevole della famigerata e collaudata  ‘truffa dello specchietto’. Racconta amareggiata la sua disavventura sui social media, la fondatrice della ‘Casa dei Gufi’ di Recanati, la fattoria didattica dove si tengono anche lezioni  per i bambini su temi ambientalisti e  per la quale, dopo il lockdown collegato all’emergenza sanitaria, è stato lanciato un crowdfunding (al link). «Sono stata truffata – scrive la ‘signora dei rapaci’  come è spesso affettuosamente soprannominata per la sua passione per gufi e falchi  – e ancora mi brucia dentro quello che è successo: sono una persona buona, non so fare del male, non riesco a vederlo e quindi ci sono cascata totalmente. Ho subito quella che ho scoperto chiamarsi la ‘truffa dello specchietto’» e l’autore, ricorda «è stato un ragazzo molto curato, viso pulito, moro con accento del sud che guidava una macchina bianca, nuova. Stavo tornando da una notte di lavoro, ero molto stanca, ho sentito il classico rumore di quando urti uno specchietto di una macchina parcheggiata. così sembrava fosse stato anche se ero sicura di non aver urtato. Lui mi ha detto che era qui in vacanza, venuto a trovare suo padre carabiniere. La macchina che guidava era a noleggio e io passando avevo rotto lo specchietto che penzolava vistosamente».

Chiara ha creduto alle parole del suo interlocutore che in quel contesto, forse per rendere più credibile la tesi del danneggiamento, ha anche inscenato una telefonata con la presunta società di noleggio dell’auto. «Al telefono ha detto che aveva trovato la macchina parcheggiata con lo specchietto danneggiato, – ricorda l’anconetana – Faceva questo per non mettermi nei casini, alla fine mi ha chiesto 127 euro più Iva e lo specchietto si riparava, lui non usava la franchigia per il noleggio e io non mettevo di mezzo la mia assicurazione. Non ho pensato neanche un secondo che la cosa fosse falsa, gli ho dato questi soldi, non ho chiesto nessun dato, non ho fotografato la targa. Ho dato la colpa al caldo e alla mia stanchezza». Solo dopo il rientro a casa però sono cominciati ad affiorare e a serpeggiare i dubbi. «Era una truffa, – ammette la 47enne – io quei soldi li ho guadagnati con fatica e sudore, per averli ho tolto del tempo ai miei figli, ho dormito pochissimo, sono stata orgogliosa di averli messi da parte, erano importanti, io faccio i salti mortali per arrivare a fine mese». Di qui la decisione di pubblicare il post su Facebook per mettere in guardia i concittadini da raggiri e malintenzionati. «Non fate come me che ancora credo nell’essere umano, se vi succede una cosa del genere chiamate la polizia. Se vi fosse accaduto e avete qualche dato in più della macchina o del ragazzo vi prego di comunicarmelo. Sono così delusa» sottolinea Chiara Carbonetti  che nelle prossime ore formalizzerà la denuncia penale davanti alle forze dell’ordine.

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