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Calenda fa il pieno a Macerata:
«Avremmo preferito la Mancinelli
Ma appoggeremo Mangialardi»

IL LEADER di Azione, dopo la tappa di Ancona, ieri ha riempito piazza Vittorio Veneto per la presentazione del suo libro "I Mostri", presenti tra gli altri Adolfo Guzzini, Romano Carancini, Narciso Ricotta, Stefano Di Pietro, Angelo Sciapichetti, Alferio Canesin, Mauro Giustozzi e Sandro Bisonni. Sulle regionali ha specificato che sosterranno il candidato del centrosinistra purché non ci siano i cinque stelle

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Carlo Calenda sul palco e piazza Vittorio Veneto piena

 

di Federica Nardi (foto Fabio Falcioni)

Doppia tappa per l’ex ministro Carlo Calenda, leader di Azione, ieri prima ad Ancona e poi a Macerata per il tour del suo libro “I mostri e come sconfiggerli”. Nel capoluogo dorico ha specificato che Azione non scenderà in campo con il simbolo (salvo eccezioni) ma posizionerà candidati in una civica o nella lista del candidato di centrosinistra Maurizio Mangialardi (a patto che non ci siano i 5 stelle). «Se Mangialardi farà un accordo con i 5stelle non ci sarà alcuna posizione perché non ci presenteremo. Se non lo fa, lo appoggeremo, lo aiuteremo. Anche se noi – ha detto – avremmo preferito la Mancinelli che ha un profilo più vicino a noi. La lista? Con il presidente. L’avremmo fatta da soli solo se ci fosse stata la Mancinelli».

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Carlo Calenda

Calenda è poi approdato in serata in piazza Vittorio Veneto, a Macerata. Ad attenderlo moltissimi giovani e anche tante facce note. L’imprenditore Adolfo Guzzini lo ha accompagnato da Ancona. In piazza il sindaco Romano Carancini, il candidato sindaco di centrosinistra Narciso Ricotta, il direttore generale di Unimc Mauro Giustozzi, il segretario cittadino del Pd Stefano Di Pietro, l’assessore Alferio Canesin, il consigliere regionale Sandro Bisonni e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Tra gli altri, “per curiosità”, si è affacciato anche il tolentinate Alessandro Massi, ex assessore della giunta Pezzanesi. Calenda sul palco è salito da solo per ovviare alle norme anti covid. Tutte le sedie (distanziate) piene e tante persone in piedi. «Perché non facciamo quello che serve? La domanda non è cosa va fatto ma perché non lo facciamo – ha esordito Calenda – Ci diamo sempre ragioni autoassolutorie. Se noi presumiamo che il nostro avversario politico non è un avversario politico ma un fascista, allora vale tutto».

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In prima tra gli altri il candidato sindaco del centrosinistra Narciso Ricotta

Calenda ha fatto più volte l’esempio dei decreti sicurezza, trattati secondo lui a livello ideologico (tanto che il governo attuale non li ha ancora cancellati). «Quando Franceschini diceva di andare con i 5 stelle lo fucilavano. Nel giro di 15 giorni questa cosa viene sovvertita. Perché? Perché c’è il fascista – prosegue Calenda -. Per cui facciamo un’alleanza con delle persone con cui non condividiamo nemmeno un valore. Il problema di una politica che si confronta solo sullo scontro ideologico è anche che le cose perdono valore». Tra i problemi del Paese, per Calenda, il fatto che «invece di scegliere l’esperienza scegliamo quelli più arrabbiati. E allora il vaffa all’Italia, poi il vaffa all’Europa e poi vaffa al mondo. Gli italiani non sono più convinti che lo Stato riesca a fare le cose. Quando non ti fidi che una cosa accadrà anche se ti affidi allo Stato, quel Paese non esiste più come comunità nazionale. Come lo riprendiamo un paese così?». La conclusione di Calenda apre uno spiraglio di ottimismo: «Ci sono momenti della storia di un Paese dove il meno peggio conduce al peggio. Ed è quello che succederà da qui ai prossimi 18 mesi con la crescita della destra, se non facciamo qualcosa. I mostri possono essere distrutti da noi che li abbiamo creati, con la cultura e con il coraggio. Le sfide arrivano, è meglio che le affrontiamo».

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Carlo Calenda al centro, alla sua destra Adolfo Guzzini, alla sua sinistra Narciso Ricotta

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Carlo Calenda saluta Narciso Ricotta, dietro Romano Carancini e Adolfo Guzzini

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Carlo Calenda con il sindaco Romano Carancini

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In prima fila, tra gli altri l’imprenditore Adolfo Guzzini

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