I due dipinti rubati a Osimo e recuperati dai carabinieri di Pescara con i colleghi del nucleo tutela patrimonio artistico di Ancona
di Giampaolo Milzi
Per chi crede al soprannaturale, alcuni defunti principi di Stigliano si saranno rivoltati nelle tombe dalla gioia, una volta appreso che i “carabinieri della Cultura”, dopo ben 6 anni, hanno ritrovato due bellissimi quadri che la famiglia di sangue blu aveva commissionato ad anonimi ma bravissimi artisti tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700. L’operazione è stata messa a segno oggi dai militari del Norm della compagnia di Pescara, coordinati dal tenente Giovanni Rolando, all’interno di un’abitazione di Penne, detenuti illecitamente da due conviventi 71enni, i quali – pur rivendicandone la proprietà – sono stati denunciati alla procura della Repubblica per il reato di ricettazione. Minuziose le indagini, ma in realtà la scoperta nell’appartamento dei due grandi dipinti realizzati con tecnica ad olio su tela – uno raffigurante una “Scena biblica”, l’altro una “Madonna con Bambino e Santi” – è stata anche un colpo di fortuna, meritatissima.
Infatti i carabinieri del Norm avevano effettuato il sopralluogo e la perquisizione nella casa di Penne alla ricerca di altri beni culturali da tempo scomparsi. Prezioso, per il completamento dettagliato dell’operazione, la collaborazione dei colleghi del Nucleo tutela patrimonio culturale (Ntpc) di Ancona, guidati dal comandante Carmelo Grasso. I quali, visionate le immagini dei due olii su tela, sono riusciti a risalire alla originaria provenienza dei dipinti. Lo hanno fatto confrontando le immagini con la moltitudine di quelle di opere d’arte scomparse contenute nell’imponente archivio con banca dati della sede centrale, a Roma, del Ntpc. E, con pazienza, si sono accorti che le due tele erano quelle che erano state trafugate il 19 febbraio del 2014 all’interno di una villa di campagna, risalente al 1400, ad Osimo, in via Offagna (al confine tra i due comuni). E che erano appartenuti ad una delle più antiche famiglie nobili europee, i Principi di Stigliano, appunto, casato di origini napoletane. Le indagini erano partite dopo la denuncia di furto presentata da Donatella Fiorenzi Colonna (nata nel 1924, nel frattempo deceduta), moglie di Don Landolfo XI Principe di Stigliano. Le opere sono state restituite alle figlie, le due eredi della famiglia Colonna-Stigliano e sono destinate a tornare nella cappella privata della villa di Osimo.
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