di Gabriele Censi
La delegata del rettore per le Pari Opportunità Barbara Re diventa pro rettrice, l’annuncio nel corso della presentazione del bilancio di genere di Unicam da parte di Claudio Pettinari alla comunità universitaria. Il rettore ha definito la giornata di oggi come una delle giornate più belle e significative dall’inizio del mandato: «Sono state con noi collegate on line anche due ex rettrici che hanno dato tanto in passato su questa tema che ci stanno indicando la corretta via (Paola Inverardi, università dell’Aquila e Aurelia Sole, università della Calabria ndr).
I numeri dicono che le migliori performance nella carriera universitaria sono delle ragazze, ma poi il rapporto si ribalta quando si entra nel mondo del lavoro: «Il bilancio di genere è un monitoraggio che abbiamo fatto all’interno dell’ateneo, con lo spirito di costruire, le azioni che vogliamo fare devono creare un impatto su questi numeri, azioni legate alla formazione alla progettualità e soprattutto all’uso del linguaggio che è la forma più diffusa di discriminazione. Fin dall’inizio del mio mandato ho avuto ben chiaro quanto fosse importante dedicare un’attenzione particolare alle pari opportunità e alla tutela e garanzia della persona, ma prioritaria era la necessità di convogliare e focalizzare tutte le energie della governance alla ricostruzione reale e virtuale del nostro Ateneo: il nostro primo pensiero è stato fin da subito di permettere agli studenti di poter proseguire senza problemi il corso di studi che avevano intrapreso, garantendo loro alloggi e strutture sicure. Prima di impegnarci a garantire pari opportunità, avevamo il dovere di fare in modo che le opportunità potessero continuare ad esserci.
Ora, con duemila nuovi immatricolati, strutture ricettive nuove ed ampliate, una collaborazione con le istituzioni del territorio ancora più forte, possiamo dire di aver mantenuto ed anzi aumentato quelle opportunità che è importante siano garantite a tutti e sono certo, pertanto, che la Prorettrice Barbara Re saprà svolgere nella maniera migliore il compito che Unicam le ha assegnato. Non basta garantire le pari opportunità: – ha concluso il Rettore Pettinari – esse devono essere una premessa per poter raggiungere la completa tutela e garanzia della persona, sia essa docente, tecnica, amministrativa oppure studente, ancor più in un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo attraversando. Mettere al centro la persona e tutelarla è da sempre la mission più importante del nostro ateneo». «Abbiamo deciso di dotarci di un bilancio di genere – ha sottolineato la professoressa Re – quale strumento di analisi della situazione in essere nonché di confronto a livello nazionale, così da valutare l’efficacia e la sostenibilità delle misure adottate, di migliorare i risultati sin qui ottenuti, di segnalare le contraddizioni, ma anche le opportunità. Il fine ultimo è quello di evidenziare politiche e azioni da sviluppare per raggiungere a pieno il principio di uguaglianza». A proposito del linguaggio Unicam aderisce alla campagna “Posto occupato” con la distribuzione di un segnalibro all’interno delle biblioteche. Azione strategica da mettere in campo entro il 2023, relative alla parità di genere ed alla diffusione della cultura della non violenza, non solo nell’ambito della comunità universitaria, con particolare attenzione alla componente studentesca, ma anche tra gli studenti delle scuole superiori e della cittadinanza in generale. Quindi limitato l’uso del maschile inclusivo e sostituito con le due forme, maschile e femminile, anche variamente abbreviate. Le linee guida per il linguaggio di genere ad Unicam con indicazioni generali ed esempi di utilizzo sono inserite infatti nel Piano ed è stato costituito un gruppo di lavoro per la revisione della modulistica utilizzata in ateneo.
I DATI – Negli ultimi 5 anni accademici il numero totale di iscritti a corsi laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico di Unicam risulta bilanciato rispetto al genere, con il 50,4% di donne ed il 49,6% di uomini. La presenza femminile nei corsi di laurea dell’ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) risulta però sotto-dimensionata, anche se con un trend di crescita positivo e sono dunque necessarie azioni mirate di promozione e orientamento volte anche alle giovani donne. Le studentesse mostrano una performance negli studi migliore dei loro colleghi uomini, seppur questo non trova un riscontro immediato sulla loro occupabilità. Ad un anno dalla laurea tendenzialmente le laureate guadagnano meno dei loro colleghi uomini. Tuttavia, a 5 anni dall’inserimento nel mondo del lavoro il trend sembra invertirsi. Il personale docente e ricercatore conta, al 30 settembre 2020, 283 unità: 99 donne (35%) e 184 uomini (65%). Per quanto riguarda la capacità di attrarre finanziamenti, gli uomini hanno maggiori capacità di attrarre fondi “di ateneo”, bandi istituzionali e conto terzi. Diverso è, invece, lo scenario sui bandi Prin e nazionali, dove si evidenzia un maggiore bilanciamento di genere, arrivando infine al panorama internazionale nel quale le donne riescono ad essere più efficaci dei colleghi uomini. Passando alla componente tecnico amministrativa, su un totale di 256 unità di personale il 56% è donna e negli incarichi di “responsabilità” si osserva una presenza significativa di donne.
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