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Dietro al taglio del nastro niente:
ai terremotati solo le chiavi,
gli appartamenti sono vuoti (Foto)

TOLENTINO - L'inaugurazione delle 21 abitazioni nel neo Borgo Rancia ha colto di sorpresa chi si aspettava di traslocare subito: nelle case manca tutto, anche cucine e elettricità. Per metà l'ex capannone è un cantiere aperto. Il sindaco Giuseppe Pezzanesi e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli assicurano che alcune spese saranno coperte da fondi pubblici

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Il taglio del nastro oggi nel nuovo “Borgo Rancia” a Tolentino

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

Hanno aspettato quattro anni dopo il terremoto e aspetteranno ancora un po’. Perché le 21 famiglie di Tolentino che oggi hanno ricevuto le chiavi per gli “appartamenti al posto delle Sae” nel neo battezzatto “Borgo Rancia” a fine cerimonia sono andate tutte via. Gli appartamenti infatti sono vuoti, non c’è niente tranne le quattro mura. In molti manca anche l’elettricità. L’altra metà dell’ex capannone convertito in palazzina popolare è inoltre un cantiere aperto, dato che i restanti 25 appartamenti, anche questi tra i 40 e i 90 metri quadri, non finiranno prima di aprile e tutte le aree verdi sono da fare. Per cui se da un lato le istituzioni festeggiano una tappa verso il traguardo vero e proprio, così come diverse famiglie che fino a ora hanno vissuto nei container della zona industriale, dall’altro c’è l’amarezza tangibile di chi si vede rimandare una soluzione stabile ancora una volta.

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Rolando Orizi

Rolando Orizi, che ha 79 anni e oggi si è fatto accompagnare da un taxi perché dal terremoto vive a Civitanova e non guida, osserva la sua nuova casa: 40 metri quadri circa al secondo piano e senza ascensore. Dentro non c’è niente, come negli altri: nemmeno la cucina. «Se è così tra una settimana riconsegno le chiavi», dice al tassista, che attende con lui per poi riportarlo sulla costa. Poco dopo entra Angelo Borrelli, capo della Protezione civile nazionale, che gli chiede un parere sulla casa. «Non c’è niente», gli fa notare Orizi. «Tra un po’ di tempo…», risponde Borrelli che però cambia stanza prima di sentire la risposta: «Io non ho tempo». Nel frattempo sia Borrelli che il sindaco Giuseppe Pezzanesi, in un confronto tra di loro a pochi minuti di distanza, assicurano che la questione sarà risolta e che ci sono dei fondi per acquistare almeno l’essenziale a chi vivrà nelle case. Case finanziate in questo caso con 6 milioni di euro della Regione e che finiranno poi nel patrimonio immobiliare dell’Erap come case popolari.

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Angelo Borrelli fa il giro della struttura inaugurata

La cerimonia oggi ha raccolto nel neo nato borgo da cui si scorge anche il Castello della Rancia e che ha il centro commerciale a una manciata di chilometri, diverse autorità. In primis Borrelli, che ha sempre sostenuto l’operazione messa in campo da Tolentino e da altri comuni che non hanno voluto solo le Sae (soluzioni abitative d’emergenza) per ospitare gli sfollati, preferendo soluzioni più stabili nel lungo periodo. Presenti anche Guido Castelli e Stefano Aguzzi, assessori regionali alla Ricostruzione e alla Protezione civile, oltre che l’Erap con il presidente Massimiliano Sport Bianchini e il vice direttore generale Maurizio Urbinati.

Tra gli assegnatari oggi anche Fosco Sileoni, 46enne e sua madre Maria Casadiddio, 75 anni. Com’è ricevere le chiavi? «Non lo so, dopo quattro anni penso che era anche ora – dice Casadiddio -. Abitavamo in una casa indecente, 30 metri quadri e molto umida, Speriamo che mettano qualche pullman perché non abbiamo la macchina». Il figlio aggiunge: «E’ un po’ fuori mano ma sembra abbastanza fatta bene».

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A destra Nilam insieme alla sua famiglia

Tra gli assegnatari molti tolentinati stranieri, che salutano il passaggio dal container a una casa con grande emozione. Nilam è indiana e oggi è alla cerimonia con il marito e il figlio piccolo: «Sono contenta – dice -. Grazie a Dio, dopo quattro anni…Prima mi hanno dato il container, grazie a Dio che ci aiutano a noi stranieri». Emdi Rasel ha 26 anni e viene dal Bangladesh, vive a Tolentino da sei anni. Anche lui tiene in mano una chiave e vive nei container: «Aspettavo questo momento da quasi quattro anni. Anche ai container stavo bene, poi sono venuto qui e sono tanto contento».

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Angelo Borrelli

Che un ritardo ci sia stato comunque non lo nega nessuno, nemmeno Borrelli, che al microfono si dice dispiaciuto «per le tempistiche. Che però non dipendono da noi. Abbiamo avuto lungaggini burocratiche». Borrelli ha ribadito che «il terremoto deve essere anche un’opportunità, bisogna quindi evitare di investire risorse che vanno perdute».

Pezzanesi ringrazia le famiglie che hanno atteso: «Qualcuno cercava di convincerli che la casetta di legno era meglio. Ma ricordo che nessuno nel frattempo è stato sotto un ponte. O avevano il cas o i container». Pezzanesi ha anche citato «la patata bollente delle assegnazioni», lasciando intuire che non a tutti è andata giù la location degli appartamenti (sia questi che altri già assegnati): «Quando hai casa vai dove la sorte ti porta – ha detto il sindaco – Queste scene a volte non vorremmo né sentirle né vederle».

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Giuseppe Pezzanesi consegna una chiave

A taglio del nastro finito il corteo di pubblico e famiglie prende la direzione dell’uscita, verso le auto parcheggiate lungo la strada provinciale. Fuori c’è Flavia Giombetti, terremotata tolentinate nota per le sue battaglie con il Comitato 30 ottobre e che oggi non è stata fatta entrare perché non sulla lista degli invitati: «Che gli appartamenti fossero vuoti si sapeva – dice -. Mi chiedo piuttosto se dopo quattro anni sia il caso di festeggiare».

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Flavia Giombetti

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La visuale dal cortile interno del cantiere dell’altra metà dell’ex capannone

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Uno degli appartamenti inaugurati oggi

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Massimiliano Sport Bianchini

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Guido Castelli

 

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Maria Casadiddio insieme al figlio Fosco Sileoni

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Emdi Rasel riceve le chiavi

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