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Nuove misure anti-contagio:
«Le imprese sono allo stremo»

L'ALLARME lanciato da Confartigianato dopo il nuovo decreto governativo: «Il rischio collasso è imminente»

Piazza del Papa con i locali chiusi

 

«Le imprese cono allo stremo, il rischio collasso è imminente». E’ questo il giudizio di Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino sulle nuove misure introdotte dal nuovo Dpcm appena entrato in vigore e dal Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi. «Misure che metteranno ancora una volta a dura prova le nostre attività economiche, continuando ad alimentare il clima di incertezza e sfiducia ormai diffuso da mesi».  In particolare, critico il commento su due punti: «lo stop all’asporto per bar e attività che vendono bevande e alcolici dopo le ore 18, provvedimento che limita pesantemente a cascata anche tutte le attività della filiera e, ancora una volta, il blocco degli spostamenti tra i Comuni, essendo le Marche in zona arancione da domenica 17, con la conseguente impossibilità per moltissime attività economiche di ricevere clienti fuori dai confini comunali. Unica deroga, quella per i Comuni fino ai 5mila abitanti, la cui popolazione può muoversi, ma solo nel raggio di 30 km e non verso i capoluoghi di provincia».
«Noi abbiamo chiesto più volte l’attuazione di politiche che non penalizzino le attività – ha detto il segretario Marco Pierpaoli – perché crediamo che non siano queste a favorire i contagi, mentre vediamo riproposti sempre gli stessi provvedimenti penalizzanti. C’è ancora grande malcontento e preoccupazione tra i nostri imprenditori, e continuiamo a non approvare il metodo finora adottato, con la decisione di chiudere le attività sostanzialmente da un giorno all’altro. Questo non fa che alimentare sempre più il senso di profonda incertezza che ormai da mesi provano le nostre imprese, provate da questi provvedimenti, senza che questi imprimano una reale svolta alla situazione sanitaria».

Marco Pierpaoli

«Per questo Confartigianato – ha proseguito Pierpaoli – ha sempre cercato di lavorare nella direzione opposta, ovvero proponendo azioni adeguate per far sopravviver le imprese tramite piani di intervento strutturati che restituiscano fiducia. Chiediamo per il 2021 interventi chiari e concreti: investimenti importanti per rilanciare l’economia, ad esempio attraverso la ripartenza dei cantieri nei comuni e nelle province per la manutenzione delle strade, che sono devastate, e una facilitazione dell’erogazione del credito alle MPMI. Necessario anche che il 2021 sia un anno bianco per la tassazione. Bisogna garantire, poi, minori costi bancari per le imprese, incentivi sulle nuove assunzioni e risorse adeguate per la cassa integrazione con tempi di liquidazione immediati. Importante anche prorogare la cassa integrazione stessa fino al blocco dei licenziamenti. Per il settore casa (edilizia ed impianti) occorre per il 2021 semplificare le procedure di smobilizzo attraverso la cessione del credito, ad oggi vero e proprio collo di bottiglia, mentre sul fronte dell’efficientamento energetico occorre regolamentare il ruolo delle multiutility che di fatto stanno fagocitando le imprese di questo territorio depauperando un tessuto economico vitale. Infine, è necessario fare investimenti in infrastrutture materiali e immateriali. Solo con questo tipo di interventi si potrà riportare quell’ottimismo indispensabile al fare impresa».

 

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