Dopo aver incassato una maggioranza bulgara al Senato, ieri era il turno della Cameraper il Governo Draghi. Tra tanti i 56 voti contrari, sui 535 incassati dal nuovo primo ministro (5 astenuti), ieri a Montecitorio c’è stato anche quello del deputato osimano Paolo Giuliodori, compreso tra i parlamentari del Movimento 5 stelle che hanno votato in dissenso dal gruppo, negando la fiducia a Draghi. Giuliodori in aula ha dichiarato il suo voto contrario, esprimendo tutta la sua delusione verso un cambio di rotta del M5S che sta producendo tensioni e spaccature inevitabili. «Mi dispiace dover intervenire in dissenso dal mio gruppo, ma purtroppo è stata presa una direzione che non posso seguire. Me lo impone la mia coscienza […] che è opposta a quella che vedo rappresentata qui oggi». Queste le parole di Giuliodori ai microfoni di Montecitorio.
Come specificato da lui stesso in un comunicato, è stata una decisione difficile, ma che rispecchia il diffuso malcontento delle ultime settimane, sia tra gli attivisti sia tra i portavoce a tutti i livelli. «È una decisione molto sofferta, che prendo con dolore nel cuore, ma con ferma convinzione. Non posso avallare la scelta di un governo che rappresenta tutto quello che negli anni come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre combattuto» ha dichiarato il deputato osimano. «Non è questo quello che si aspettavano i cittadini, specialmente chi in questi anni ha votato e sostenuto il Movimento.- spiega nella sua nota il deputato osimano – Doveva essere un governo di alto profilo, “il governo dei migliori”, e invece ci troviamo un’ammucchiata che di alto profilo ha ben poco. Si parla tanto di futuro, di giovani, di cambiamento, ma sembra di essere tornati al 2008. Sono sempre le solite vecchie facce della vecchia politica. E la cosa che mi ferisce di più è che adesso lì in mezzo ci siamo anche noi».
Il deputato osimano ricorda inoltre il passato del neo presidente del Consiglio: «Mi viene difficile dimenticare quando, da direttore generale del Tesoro, Draghi avallò la svendita del patrimonio industriale italiano, o quando da presidente della Bce negò l’aiuto al popolo greco, o la questione dei derivati di Stato». Linea che, a quanto pare, ancora persegue. «Le parole del Presidente Draghi hanno annunciato una “Nuova Ricostruzione”, ma sanciscono la consacrazione del neoliberismo, dell’Europa a tutti i costi, del primato della finanza sulla vita delle persone» ha continuato Giuliodori. Oltre al danno la beffa, fa notare Giuliodori: «La cosa assurda è che siamo il partito più grande in Parlamento, ma in una maggioranza di questo tipo conteremo poco e nulla. C’è chi dice che era necessario essere in maggioranza per difendere i nostri provvedimenti come il Reddito di Cittadinanza, il Superbonus 110% o il Decreto Dignità. Ma è un falso problema: sfido chiunque a cancellare questi provvedimenti in un periodo così delicato come quello che stiamo vivendo. Sarebbe davvero una follia. Il punto è che tanto, se continuiamo così, ci penseranno gli altri il prossimo giro, quando il Movimento sarà sparito». Infine, Giuliodori getta uno sguardo al futuro. «Vedremo il da farsi, valuteremo più avanti come convogliare l’esito di questa sofferta decisione e capire che forma dare al dissenso, ma intanto – conclude Giuliodori – era importante dare voce ai tanti cittadini delusi e arrabbiati e dire con forza No a questo Governo».
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