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«In un mese 3.800 contagi sul lavoro,
settore sanità e assistenza il più colpito»

NELLE MARCHE tra fine gennaio e il 28 febbraio è Ancona la provincia più colpita. La Cgil: «Operatori sanitari alle prese con turni estenuanti e prestazioni straordinarie per la mancanza di organici adeguati». Sulle vaccinazioni in azienda, le tre sigle sindacali: «No a fughe in avanti e improvvisazione»

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«Ci sono stati 3.800 contagi sul lavoro nelle Marche tra la fine di gennaio e il 28 febbraio 2021, di cui 299 contagi in più rispetto alla rilevazione del mese precedente. Tre i morti nell’ultimo mese. In Italia i contagi sul posto di lavoro sono 157mila. Sono le donne quelle più colpite e nelle Marche rappresentano il 71,6% dei contagiati». A fare il quadro è la Fp Cgil in base ai dati dell’Inail. I più colpiti sono infermieri, medici, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e personale non qualificato dei servizi sanitari. È il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo) quello dove si concentra il maggior numero dei contagi denunciati. Seguono le attività di trasporto e magazzinaggio (corrieri, conduttori e impiegati), le altre amministrazioni pubbliche (soprattutto vigili urbani), attività manifatturiere e servizi alle imprese (addetti alle pulizie, vigilanza).

covid-hospital-marzo-2021-civitanova-FDM-7-650x445«Il mondo sanitario e assistenziale, in prima linea nella lotta al Covid, è il più coinvolto – dice Matteo Pintucci, segretario generale della Fp Cgil Marche. Lavoratrici e lavoratori ogni giorno alle prese con il rischio di ammalarsi oltre alla fatica di turni estenuanti e prestazioni straordinarie per la mancanza di organici adeguati, soprattutto negli ambiti ospedalieri, sanitari e di assistenza. Peraltro occorre infatti ricordare che sono 390 gli operatori sanitari attualmente in isolamento domiciliare. Fondamentale sarà accelerare le procedure di vaccinazione, per questo occorrono assunzioni e risorse dedicate». Le province più colpite sono Ancona (35,9% dei casi) e Pesaro (28,4%). Macerata è terza nelle Marche (19,8%), seguono Fermo (9,5) e Ascoli (6,4). Nelle Marche i morti sono stati 15, pari al 2,8% del totale nazionale, di cui 3 nell’ultimo mese.

«Il prezzo pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori è stato ed è ancora pesante anche in termini di tutela della salute e della sicurezza – sottolinea Giuseppe Galli, segretario regionale della Cgil -. E’ necessario aumentare il numero delle vaccinazioni, a partire dalle persone più fragili per arrivare il prima possibile a vaccinare i lavoratori più esposti. L’aggiornamento del protocollo nazionale sulla sicurezza sarà un momento di rilancio importante per ridefinire tutte le disposizioni anticontagio».

Vaccinazioni_Insegnanti_FF-8-650x433VACCINAZIONI – Cgil, Cisl, Uil sulla disponibilità espressa da alcune aziende del Maceratese a realizzare punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro sottolinea: «deve essere uno strumento attuativo all’interno di un piano strategico nazionale, con un ruolo basilare del servizio sanitario nazionale. Riteniamo quindi indispensabile che prima siano accelerate e garantite le vaccinazioni dei soggetti prioritariamente individuati: over 80, ospiti delle case di riposo, delle residenze protette e delle Rsa, le persone con elevata fragilità, estremamente vulnerabili o con disabilità grave (dializzati, malati oncologici, diabetici e altre categorie di persone più a rischio), i loro familiari e gli assistenti che offrono cura continuativa, superando gli inaccettabili ritardi e malfunzionamenti fino ad ora emersi. La vaccinazione della popolazione è decisiva per vincere l’epidemia ed è un diritto di tutti e un atto di responsabilità di ciascuno ma è indispensabile che avvenga nel rigoroso rispetto del piano vaccinale nazionale a garanzia innanzitutto nell’ordine di priorità delle categorie di soggetti in esse definito; priorità che tengono conto dell’età, delle condizioni patologiche delle persone e dell’esposizione al rischio. E’ inoltre essenziale attendere l’aggiornamento del Protocollo nazionale di regolazione delle misure per il contrasto della diffusione Covid negli ambienti di lavoro e definire garanzie e criteri di somministrazione in sicurezza del vaccino nei luoghi di lavoro, evitando fughe in avanti e improvvisazioni che possono ingenerare solo confusione e diseguaglianze tra i cittadini di diverse realtà comunali e che ci siano aziende e lavoratori di serie A e di serie B». 

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