Festa della Liberazione, omaggi e messaggi da parte delle istituzioni delle Marche e della provincia di Ancona. I primi cittadini hanno deposto questa mattina corone d’alloro nei luoghi simbolo per ricordare il sacrificio delle persone che hanno perso la vita nella lotta al nazi-fascismo. A celebrare il 25 aprile, anche il presidente del Consiglio Regionale Dino Latini: «Il 25 aprile ricorre la liberazione dell’Italia, dei nostri popoli, dal giogo nazifascista. Il mai dimenticare che ci ha accompagnato in questi lunghi 76 anni oggi deve essere un monito ancora più alto. Viviamo una guerra non dichiarata, la guerra di un virus che provoca morti, paura, che ci ha costretto a rimanere rinchiusi nelle case e a cambiare le nostre vite. Proprio questa situazione ci deve spingere a essere coscienti di quanto la libertà sia fragile e di quanto dobbiamo difenderla e tutelarla in ogni istante della nostra giornata, della nostra vita, in ogni azione che mettiamo in campo. Questa guerra, come quella del secolo scorso, la vinceremo a costo di sacrifici enormi. Pensiamo a tutte le persone che ci hanno lasciato, ai tanti anziani che non ci sono più. Sarà una guerra lunga, non si vincerà in tempi brevi, ma dobbiamo lottare avendo forti dentro di noi, come settantasei anni fa, i principi della libertà e della democrazia. W la libertà, W il 25 aprile». Il presidente Latini ha partecipato alla cerimonia di Filottrano.
Il presidente della Provincia, Luigi Cerioni, che questa mattina ha deposto le corone a Cupramontana, città di cui è sindaco: «Le disposizioni ministeriali dettate dall’emergenza sanitaria ancora impediscono di celebrare pienamente la Festa della Liberazione. Certo non dimentichiamo che il XXV Aprile 1945 è stato il giorno della Liberazione dall’occupazione nazifascista ed è la data fondante della nostra Repubblica Democratica. Non dimentichiamo che dalla liberazione e dalla lotta partigiana è nata la nostra Carta Costituzionale con i suoi principi fondamentali di libertà, di uguaglianza e di giustizia. La nostra Costituzione Repubblicana che ci guida nella nostra convivenza civile e nei nostri rapporti internazionali e che dobbiamo difendere e onorare ogni giorno».
La cerimonia a Falconara, con il sindaco Stefania Signorini, si è tenuta in diretta Facebook: «Sono certa – ha detto – che i valori della Resistenza siano ancora vivi e forti nel cuore di tante persone. Li ho riconosciuti nei medici, negli infermieri, negli operatori socio sanitari e in tutti coloro che attraverso una presa di responsabilità mai vista prima hanno permesso e permettono al nostro sistema sanitario di funzionare sotto una pressione indicibile, in tutti i volontari e nei cittadini che hanno saputo fare rinunce nella consapevolezza che queste avessero un fine importante per la collettività». Il sindaco Signorini ha concluso il suo intervento ribadendo la volontà di cambiare il nome a via Arturo Donaggio, che ha contribuito alla stesura del manifesto della razza. «Questo gesto è dovuto alla nostra comunità – ha affermato – e rappresenta il desiderio di libertà che ognuno di noi porta nel cuore: libertà dalla violenza, dalla persecuzione, libertà dalla sopraffazione».
Ricordo della celebrazione anche a Monte Roberto con il sindaco Stefano Martelli: «Ognuno si deve rimboccare le maniche, perché dal 25 aprile è nato un percorso che non è ancora finito e deve andare ancora molto lontano. Un percorso che deve essere quello di sentirsi parte di questo Risorgimento, che deve esserci soprattutto nelle coscienze, deve essere nella volontà di credere di essere cittadini di questa Comunità, di questo Paese, con la volontà di collaborare tutti per il benessere di tutti. È il momento di guardare positivamente avanti e cercare di trovare delle sinergie nelle capacità di ciascuno, soprattutto ora che ci apprestiamo ad uscire da un momento storico che nessuno poteva immaginare di vivere, quale la pandemia da Coronavirus. Ecco perché, oggi, credo sia un momento importante di profonda riflessione ed è per questo che voglio concludere con un invito a tutti a darsi da fare per il benessere di tutti. Viva Monte Roberto, Viva l’Italia».
«Prima di andare a deporre le corone ai monumenti ai caduti delle frazioni (Nebbiano, San Donato, Vallina, Albacina) – ha detto il sindaco Gabriele Santarelli di Jesi – sono passato a salutare, ringraziare e fare gli auguri per il 25 aprile agli operatori sanitari e ai volontari che anche oggi sono al centro vaccinale; in questo momento sono un pò le nostre donne e i nostri uomini al fronte. La partecipazione spontanea di tanti cittadini presso il cimitero di Santa Maria, dove ancora oggi è conservato il muro con i fori dei proiettili delle fucilazioni dei nostri resistenti partigiani, e al monumento del Parco Regina Margherita è la migliore testimonianza della voglia della nostra comunità di ricordare e omaggiare chi ha sacrificato tutto, fino alla propria vita, per restituirci una Paese libero e democratico».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati