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«Hub Amazon all’Interporto?
Scelta che va discussa»

JESI - Il Partito della Rifondazione Comunista teme che il nuovo elettrodotto, se autorizzato, possa portare a «varianti ai piani territoriali e specifici che cancelleranno aree vincolate per consentire migliaia di metri quadri di cemento. Il nostro impegno sarà quello di vigilare e di informare»

 

Il gruppo Enel ha inoltrato una domanda alla Regione Marche, Giunta Regionale, Servizio Tutela, Gestione e Assetto del Territorio per richiedere l’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio per un elettrodotto, «opera elettrica denominata Realizzazione nuovo elettrodotto in cavo interrato ed aereo in Media Tensione a 20kV nei Comuni di Jesi, Camerata Picena e Chiaravalle per razionalizzazione linee esistenti finalizzata all’allaccio alla rete elettrica del nuovo cliente MT ‘Amazon’» si legge nel documento. La domanda, formalizzata nero su bianco, testimonierebbe l’interesse del colosso dell’e-commerce per localizzare un mega polo logistico all’Interporto di Jesi, di cui tanto si è vociferato, anche se al momento non è stata portata all’attenzione del Consiglio comunale alcuna variante urbanistica propedeutica al progetto.

Gli sviluppi attesi «sul probabile insediamento di un grande hub Amazon  nell’ area dell’ Interporto  Marche»,  mettono però in guardia il Partito della Rifondazione Comunista. «Tutto è caratterizzato dai “sembra”, un nuovo elettrodotto che attraverserà i comuni di Chiaravalle , Monsano e Jesi, varianti ai piani territoriali e specifici che cancelleranno aree vincolate per consentire migliaia di metri quadri di cemento, immaginiamo, nuove strade e nuovi raccordi. – scrive in una nota Prc -Augurarsi che ci sia un sussulto della società civile, delle associazioni del territorio che incomincino a chiedere per capire, che i Consigli comunali facciano il loro dovere e discutano a fondo quelle scelte è il minimo. La crisi, anzi le  crisi, pesano sulla pelle dei lavoratori, dei giovani, peggio ancora su quella fascia sempre più larga di persone  oramai povere, i precari, i disoccupati, tantissimi pensionati, ovvio che  occasioni come Amazon siano viste come un’opportunità, anche se sappiamo i racconti di quelli che in quei magazzini lavorano. L’impegno nostro sarà quello di vigilare, di informare, di costruire occasioni, se necessario, di mobilitazioni per tutelare il bene comune e i diritti. Siamo sicuri che non saremo da soli».

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