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Mega polo Amazon, Mangialardi:
«Grande opportunità
ma attenzione a diritti e ambiente»

ANCONA - Il capogruppo regionale del Pd invita la giunta regionale a non perdere di vista «fattori determinanti per rendere sostenibile il progetto sia sul piano sociale che ambientale»

Il progetto del mega polo Amazon all’Interporto di Jesi illustrato la scorsa settimana in commissione consiliare a Jesi

 

«Per un territorio come quello della provincia di Ancona, che nel corso degli ultimi quindici anni ha subito una progressiva emorragia di posti di lavoro e su cui ancora oggi, come la recente vicenda Caterpillar insegna, continua a pendere la spada di Damocle della deindustrializzazione, la creazione all’Interporto Jesi di un polo logistico da parte di Amazon rappresenta senza dubbio un’importante occasione in termini in sviluppo economico e occupazionale».

Maurizio Mangialardi

Il commento arriva da Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Partito Democratico Assemblea. «Ciò, tuttavia, non ci deve far perdere di vista fattori tutt’altro che secondari, e anzi determinanti per rendere sostenibile il progetto sia sul piano sociale che ambientale. – prosegue Mangialardi – Purtroppo, su questo fronte l’impegno della giunta regionale, che come ricorda lo stesso assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli è chiamata a svolgere un ruolo di indirizzo e controllo sull’Interporto, è stato fino a oggi piuttosto latitante e si è limitato a trattare l’intera questione come un’ordinaria pratica di urbanistica».

La commissione consiliare di Jesi convocata in video conferenza per discutere del progetto Amazon

Il progetto del mega polo logistico di Amazon all’interporto è stato illustrato per la prima volta la settimana scorsa nella commissione consiliare di Jesi. L’insediamento su 49 ettari di superficie che potrebbe dare lavoro a un migliaio di lavoratori, prevede un parcheggio con oltre mille posti auto e una movimentazione di cento mezzi al giorno in ingresso ed uscita dall’area della Coppetella. Nella circostanza l’assessore ai Lavori pubblici di Jesi, Roberto Renzi, aveva ricordato che si attende la valutazione di impatto ambientale dal Ministero dell’Ambiente e poi della Vas (valutazione ambientale strategica) della Regione, mentre ci sarebbe già l’ok della Soprintendenza. Era parso scettico invece il sindaco Massimo Bacci per la dilatazione dei tempi. Nel rammentare come «questa è una variante urbanistica di iniziativa privata e non c’è alcuna regia del Comune che si limita a raccogliere solo la documentazione e ad inviarla ai soggetti competenti» ha sottolineato che «la variante è stata depositata a settembre 2020 e poi rivista a giugno 2021. Sono passati altri otto mesi e temo che sarà molto difficile che questa iniziativa vada a buon fine ma spero di sbagliare».

Mangialardi non nasconde qualche preoccupazione. «Prendiamo la promessa dei mille posti di lavoro che dovrebbe creare l’insediamento di Amazon: si tratta di una cifra certamente importante, ma ci vogliamo chiedere quale sarà la qualità di questa occupazione? – si domanda – Quali i meccanismi di assunzione? Che ruolo avranno le rappresentanze sindacali dei lavoratori? Che garanzie verranno date sulla longevità dell’insediamento? Non penso che questi temi possano essere trattati in un secondo momento, perché va assolutamente evitato che il progetto di Amazon, il quale mira a potenziare il ruolo delle Marche come piattaforma logistica del traffico internazionale di merci, diventi un’area grigia di precarietà estrema a danno dei lavoratori. Non mi sembra che tali problemi oggi siano al primo punto dell’agenda politica della Regione Marche e del Comune di Jesi».

Il capogruppo regionale del Pd sposta anche l’attenzione sull’impatto ‘ambientale’.«Così come sembra non esserlo quello dell’impatto che avranno sul traffico e sull’ambiente non solo le eventuali centinaia di lavoratori che raggiungeranno l’hub dalle località limitrofe, ma anche e soprattutto l’enorme mole mezzi pesanti per la movimentazione delle merci che affluirà in poco tempo nella rete viaria territoriale. Spero davvero che, terminata la fase dei necessari passaggi burocratici, la Regione Marche, così come il Comune di Jesi, smettano di trattare la vicenda nelle loro segrete stanze e inizino a dialogare rispettivamente con il consiglio regionale e quello comunale, nonché con tutte le forze sociali della provincia, affinché il progetto del polo logistico acquisti visione e prospettiva per il futuro della nostra regione».

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