Lacci metallici per catturare gli animali: patteggia a sei mesi un 79enne di Arcevia. La pena è sospesa. La sentenza è stata emessa questa mattina dal gup Alberto Pallucchini. Prima dell’udienza, l’anziano – che non ha la licenza di caccia – ha fatto una donazione al WWF: sarebbe tornato sui sui passi dopo i fatti contestati dalla procura. L’anziano era stato identificato e denunciato dai forestali dopo il rinvenimento, lo scorso 14 gennaio, della carcassa di un lupo. L’esemplare aveva trovato la morte ai margini dell’Arceviese, dopo essere rimasto intrappolato in una trappola artigianale: un laccio metallico, in pratica, gli aveva stretto il collo con un nodo scorsoio, facendo sopraggiungere la morte dopo alcune ore e atroci sofferenze.
Indagando su quanto accaduto, i forestali erano arrivati sulle tracce del 79enne. A casa gli erano stati trovati e sequestrati arnesi adatti a creare altre trappole, potenzialmente mortali non solo per gli animali selvaggi, ma anche per cani e gatti. Inoltre erano stati rinvenuti tre chili di carne selvaggina. L’ipotesi della procura è che l’uomo possa aver collocato le trappole per catturare i cinghiali. Per questo la procura gli ha contestato il reato di furto: è come se l’anziano si fosse impadronito in maniera illecita degli animali. Per la morte del lupo, specie protetta, l’accusa gli contestava il reato di uccisione di animali. Il 79enne era difeso dal legale Andrea Boria.
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