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Sospetta il tradimento della moglie
e chiede aiuto alla Polizia:
«Ditele che deve rispettarmi»

ANCONA - Il 26enne ha telefonato alla centrale operativa e gli agenti hanno raggiunto la coppia a Passo Varano dopo il litigio per calmare gli animi, invitando però l'uomo a rivolgersi a un legale per risolvere i problemi coniugali

Una Volante della polizia (Archivio)

 

«Mia moglie mi tradisce, per favore ditele che deve rispettarmi». E’ un po’ quello che si sono sentiti dire gli agenti Squadra Volanti ieri sera da un 26enne ivoriano che aveva chiesto aiuto alla centrale operativa dopo un litigio con la coniuge. I poliziotti lo hanno raggiunto ieri, alle 21 circa, sulla strada di Passo Varano. Giunti sul posto  gli agenti hanno rintracciato il giovane e la moglie, una 29enne di origine nigeriana, cercando di ricostruire l’accaduto. In sostanza, il ragazzo raccontava di stare molte ore al giorno fuori casa per lavoro e che da qualche tempo sospettava che in sua assenza la moglie lo tradisse con altri uomini.

Il ragazzo dichiarava di aver chiamato le forze dell’ordine sostenendo che gli agenti fossero in possesso dell’autorità necessaria per intimare alla moglie di dover rispettare il marito. Gli operatori, riportate la parti alla calma, spiegavano al richiedente che probabilmente aveva travisato la loro funzione e che non era certamente un compito a loro spettante, e veniva pertanto invitato a rivolgersi piuttosto ad un legale per risolvere eventuali problemi connessi alla stabilità della coppia.

Successivamente, alle 23, l’uomo ha contattato nuovamente la Sala Operativa della Questura per comunicare che la moglie si era allontanata dall’abitazione senza riferire dove fosse diretta. Giunta all’abitazione, la Volante rintracciava la moglie nella casa attigua, intenta a chiacchierare con un’amica vicina di casa, ignara del fatto che il marito avesse nel frattempo allertato le forze dell’ordine. Dalla ricerca sulle persone si evinceva che già in precedenza, a luglio, il personale della Squadra Volanti era intervenuta per una lite fra i due coniugi scaturita, a contrario, dalla gelosia della moglie che asseriva che aver sentito il marito al telefono con un’altra donna.

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