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Il modello Marche della Meloni
è ora atteso al Governo
Ecco chi c’è in corsa per un ruolo

STATO-REGIONE - Il legame con il governatore Acquaroli e la possibile presenza di sottosegretari espressione del territorio. Tra i papabili circolano i nomi del presidente dell'Istao Mario Baldassarri, di Antonio Baldelli per Fdi e dei leghisti Riccardo Marchetti, Mirco Carloni e Giorgia Latini

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Giorgio Meloni durante il comizio di fine agosto ad Ancona

 

 

di Luca Patrassi 

«Il modello Marche»: Giorgia Meloni lo sottolinea «da sempre», sicuramente da quando il Fratello d’Italia Francesco Acquaroli è diventato governatore. La premier in pectore aveva inaugurato la campagna elettorale, rivelatasi trionfale, nelle Marche ed anche in altri luoghi ha ripetuto questa tesi del «modello Marche». Adesso che si parla di Governo, che fine farà il modello Marche? Francesco Acquaroli alza, se possibile, il livello di guardia sull’argomento e tace: ovvio che lui ci speri in un riconoscimento anche formale. Ci sarà un ministro made in Marche nel governo a guida Meloni? Se le Marche sono un modello, più difficile trovare i modelli marchigiani, i papabili ad un ruolo di Governo.

Se il punto di partenza è positivo, appunto il legame della leader Giorgia Meloni con le Marche e le continue citazioni in positivo, in questa fase la situazione sembra in frenata dal punto di vista linguistico. Mentre in diverse altre regioni, i media parlano di toto-ministri, nelle Marche qualcuno azzarda al massimo un toto-sottosegretari e nulla di più. Di sicuro però, oltre a dimostrare affetto politico per le Marche, la Meloni non può fare meno dei suoi precedessori: l’ultima tornata ha visto in pista – con risultati sui quali si può discutere – due sottosegretari.

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Mario Baldassarri, attuale presidente Istao, è stato già viceministro all’Economia del Governo Berlusconi

Chi sono i papabili? Secondo alcuni analisti sarebbero, salvo casi particolari, da escludere incarichi ai senatori perchè a Palazzo Madama il centrodestra non ha una maggioranza larghissima. Dunque non avrebbero spazio l’ex sindaco di Ascoli Guido Castelli e la coordinatrice regionale di Fdi Elena Leonardi. Sono invece quotati al «borsino» l’avvocato pesarese, fronte meloniano, Antonio Baldelli, l’ex assessore regionale allo Sviluppo economico, il leghista fanese Mirco Carloni e il commissario regionale delle Marche della Lega Riccardo Marchetti, “marchigiano” di Città di Castello, pochi chilometri dal confine. Si parla pure dell’ex assessore alla cultura del Comune di Ascoli Giorgia Latini che si troverebbe protagonista di un «triplo salto mortale senza rete», passando da Ascoli alla Regione, poi alla Camera catapultatavi dal collegio di Macerata ed infine al Governo. Mai dire mai. Un nome che circola da qualche parte (a Palazzo Raffaello) è quello dell’ex vice-ministro dell’Economia ai tempi di Berlusconi ed attuale presidente dell’Istao Mario Baldassarri, maceratese di origine. Baldassarri era viceministro ai tempi in cui il titolare dell’Economia era il prof Giulio Tremonti di cui si vocifera in questi giorni di un ritorno al Governo.

Alla fine come “marchigiano” andrebbe bene anche il prof Tremonti che ricorda sempre, con simpatia ed emozione, come a Macerata, nei primi anni Settanta, sia iniziato il suo percorso accademico, allora come docente di Diritto Tributario. Sede delle lezioni era la settecentesca leggendaria aula-sacrestia di Giurisprudenza sulla cui porta gli studenti appesero il fiocco rosa per festeggiare la nascita della prima figlia del giovane prof che arrivava dalla Lombardia.

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