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‘Casa Rossa’, c’è attesa per la perizia
sulla vulnerabilità sismica:
«Nella sede alternativa escrementi di topi»

ANCONA -Discusse stamattina in Consiglio regionale le interrogazioni di Marta Ruggeri (M5S) e Antonio Mastrovincenzo (Pd) sul centro riabilitativo del Dipartimento Salute mentale all'ex Crass danneggiato dal sisma di novembre. Gli ospiti sono stati trasferiti in locali inadeguati e l'assessore Filippo Saltamartini ha ipotizzato che al deposito della relazione tecnica, il prossimo 16 febbraio, «se i tempi per superare le criticità saranno limitati, verranno eseguiti i lavori per riportare la struttura in sicurezza, altrimenti l’Ast dovrà individuarne una idonea per garantire il servizio»

La Casa Rossa all’ex Crass di Ancona

 

di Francesca Pasquali

Escrementi di topi, muri scrostati, muffa. Un solo bagno, senza bidet, per uomini e donne. Niente tv e acqua calda che non basta per tutti. Da tre mesi, nove ospiti della ‘Casa Rossa’ di Ancona vivono così. Da quando il terremoto del 9 novembre scorso, ha reso inagibile l’immobile all’ex Crass, trasformato in struttura riabilitativa per pazienti che soffrono di disturbi mentali. Nell’edificio circondato dal verde, che dal sisma del 2016 aveva dovuto rinunciare a un’ala, pure inagibile, vivevano in sedici. Nove sono stati trasferiti al Dipartimento di salute mentale. Sette sono tornati a casa, perché in via Giordano Bruno non c’era posto per tutti. Se questi ultimi hanno dovuto rinunciare alle attività terapeutiche, gli altri nove vivono tutte le limitazioni di un ambiente non adatto alle loro esigenze. Dove dovranno restare non si sa ancora per quanto.

Filippo Saltamartini. oggi in Consiglio regionale

Il 16 febbraio è previsto il responso sulla vulnerabilità sismica della Casa Rossa. A quel punto si apriranno due strade. «Se i tempi per superare le criticità saranno limitati a qualche mese, verranno eseguiti i lavori necessari per riportare la struttura in sicurezza. Se i lavori andranno più in là, l’Azienda sanitaria territoriale dovrà individuare una struttura idonea per garantire il servizio», ha spiegato l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, rispondendo alle interrogazioni dei consiglieri Marta Ruggeri e Antonio Mastrovincenzo. Nel primo caso, quindi, gli ospiti della ‘Casa Rossa’ dovranno stringere i denti ancora per un po’. Nel secondo andrà trovata un’alternativa, ma non è detto che i tempi saranno più brevi.

Due, si diceva, le interrogazioni discusse stamattina in Consiglio regionale: una della consigliera 5 Stelle, l’altra del Pd, sottoscritta anche da Maurizio Mangialardi, Manuela Bora, Andrea Biancani, Romano Carancini, Anna Casini e Micaela Vitri. Ruggeri, che al Dipartimento di salute mentale c’è stata ieri per un sopralluogo, dice che la situazione è «veramente allibente» e «non dignitosa». I nove ospiti – racconta – sono stati sistemati in quattro camere doppie e in una singola, con «letti e armadietti precari». Il bagno è «unico per uomini e donne, senza bidet e con una tenda di plastica messa qualche giorno fa» e «la caldaia nuova non basta a permettere a tutti di fare una doccia calda». «L’unico spazio comune – prosegue Ruggeri nel suo intervento – è una stanzetta senza neanche la possibilità di guardare la tv, con un fornellino solo per tè e caffè». Quanto ai pasti, «arrivano da fuori e fino a qualche giorno fa erano portati con un pulmino alla mensa fuori dalla struttura».

Marta Ruggeri

La parte messo peggio, stando al racconto della consigliera pentastellata, è quella dei laboratori, dove si troverebbero «escrementi di topi» e «un ambiente insalubre, umido, pieno di muffa e con i muri scrostati». «Pazienti che hanno bisogno di un ambiente che faccia casa – incalza Ruggeri – non possono essere lasciati lì. Bisogna che, come Regione, ci facciamo carico di trovare una sistemazione dignitosa della vita umana». Magari partendo dai quei «300mila euro, stanziati e neanche spesi», dopo il terremoto del 2016 per sistemare la ‘Casa Rossa’. E facendo presto. Perché, se è vero che, nella nuova sede, le condizioni di salute dei pazienti non sono peggiorate, «non si sono avuti neanche miglioramenti».

Complicata anche la situazione dei sei ospiti tornati a casa, le cui famiglie «sono disperate». Ragazzi – spiega Antonio Mastrovincenzo, primo firmatario dell’interrogazione dem – che «hanno dovuto interrompere la loro attività educativa». Parla di «soluzione indecente» e «non dignitosa», il consigliere del Pd, riferendosi al trasloco al Dipartimento di salute mentale, «un edificio assolutamente non adatto», dove i pazienti, con il tempo, «potrebbero avere una regressione di salute».

Antonio Mastrovincenzo

Prima di approdare in Consiglio regionale, il 16 gennaio, il caso Casa Rossa era stato discusso in Consiglio comunale. L’assise aveva votato all’unanimità una mozione che dava mandato alla sindaca Valeria Mancinelli di sollecitare l’Azienda sanitaria territoriale a comunicare quanto prima il responso sull’esito della perizia di vulnerabilità della struttura.

 

 

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