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Semaforo nel mirino.
Anna Grasso, Falconara Libertas:
«Sei incidenti in tre anni»

AL VOTO - La candidata a sindaco: «Nessun effetto, solo un incremento di costi, ricaduto sui falconaresi». E poi bacchetta l'amministrazione anche sullo spartitraffico in cemento

Il semaforo finito nel mirino

di Francesca Pasquali

Sei incidenti in tre anni. Teatro dei sinistri: via Marconi. Causa: il semaforo all’incrocio tra via Parini e via Ariosto. Quello installato a marzo 2021, assieme al cordolo in cemento davanti al supermercato Penny Market, poi rimosso e posizionato in via del Lavoro. Interventi che «dovevano rappresentare la soluzione di tutti i problemi legati alla viabilità di via Marconi e alla relativa sicurezza stradale, ma che non hanno portato a nulla».

La pensa così la candidata sindaca di Falconara Libertas, Anna Grasso. Per la quale, «l’elefante ha partorito un topolino». In altre parole: gli interventi non hanno sortito gli effetti sperati. «Cosa abbiamo ottenuto?», si chiede Grasso. «Oltre al nulla – la risposta della candidata sindaca –, un incremento di costi, ricaduto sui falconaresi, e soprattutto un numero di incidenti impressionante». Ha spulciato le carte dei sinistri, la commissaria della polizia locale di Jesi. È uscito fuori che «all’incrocio in cui è stato posizionato il semaforo, dalla sua installazione – il 13 marzo 2021 – ad oggi, sono stati rilevati ben sei incidenti, mentre nei tre anni precedenti nessuno».

Il cordolo

Per Grasso, «questo è il risultato di scelte scellerate che, di fatto, hanno aumentato la pericolosità di quell’incrocio e non solo».
Ma non c’è soltanto il semaforo. La candidata di Falconara Libertas bacchetta l’amministrazione comunale anche per altri interventi realizzati nel quartiere Case Unrra. Come lo spartitraffico in cemento, «costato ben 15.600 euro», realizzato in via Marconi e poi spostato in via del Lavoro, «per evidenti incompatibilità con la sicurezza stradale». Rimuoverlo e riposizionarlo, al Comune, è costato «5.538 euro, il tutto a discapito dei falconaresi, con ricadute sulla qualità dell’aria, per la formazione di code chilometriche, e sulla viabilità della zona».

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