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Scazzottata in tribuna durante la partita,
il presidente della Giovane Offagna
chiude al pubblico lo stadio ‘Vianello’

OFFAGNA - Decisione dolorosa ma ferma quella di Alessandro Andreoli, che in rappresentanza del club rossoblù ha preso le distanze dall’episodio di violenza avvenuto sabato scorso e per dare un segnale forte ha scelto di far giocare a porte chiuse la prima squadra nel campionato di Terza categoria. «Per rispetto di tutti coloro che fanno tanti sacrifici e dedicano tanto tempo a questo progetto sportivo e che non meritano che ciò venga vanificato da chi, certi valori, non è capace di viverli»

Lo stadio Raimondo Vianello di Offagna ‘chiuso per scelta’ del presidente e del direttivo della Giovane Offagna dopo l’episodio di violenza avvenuto in tribuna sabato 25 marzo

 

Porte chiuse al pubblico allo stadio ‘Vianello’ di Offagna dopo l’episodio di violenza registrato nell’impianto sportivo, sabato scorso durante la partita della Giovane Offagna contro l’Atletico Conero, che ha richiesto l’intervento di carabinieri e mezzi del 118. Una decisione dolorosa ma ferma quella di Alessandro Andreoli, presidente dell’Asd Giovane Offagna. Quattro giorni fa è scattata la scazzottata in tribuna,  l’arbitro ha interrotto per qualche minuto la partita, vinta alla fine dall’Atletico Conero. Andreoli in rappresentanza del club rossoblù ha subito preso le distanze dai fatti e per condannarli, per dare un segnale forte, richiamandosi ai valori dello sport,  insieme al direttivo della società sportiva ha scelto di vietare l’ingresso al pubblico dei tifosi e di far giocare a porte chiuse le ultime partite della prima squadra nel campionato di Terza categoria.

«Un luogo di sport e di divertimento trasformato per pochi secondi in un teatro di violenza a causa della follia di pochi. – scrive con amarezza  il presidente Alessandro Andreoli nel comunicato ufficiale – Il lavoro di anni buttato all’aria in pochi istanti. Tanti sacrifici per creare un ambiente sano. Tanti sforzi per trasmettere certi valori ai nostri giovani. Tanto tempo dedicato per creare un’immagine diversa di Offagna sportiva. Tante idee per valorizzare e rendere visibile e concreta questa visione di sport e di comunità. Gran parte della credibilità costruita in tanto tempo, spazzata via in pochi minuti. Quando succedono episodi come quelli di sabato scorso, la colpa non è mai di uno solo ma di tanti. Di chi si è scagliato per primo contro l’altro alzando le mani. Di chi ha intonato il primo coro offensivo o di chi ha lanciato il primo insulto contro l’avversario. Di chi poteva intervenire con il proprio vicino per cercare di calmarlo e non lo ha fatto. Di quei dirigenti che potevano dare un esempio ancora più ineccepibile di quanto hanno fatto. Del presidente che poteva prevedere tutto. Di tutto questo e di tanto altro ancora. Ma ora è inutile trovare i colpevoli o addossare la croce perché tutti abbiamo sbagliato ma soprattutto tutti abbiamo perso».

Andreoli sottoline inoltre come «Offagna ha perso per colpa di pochi. Offagna ha dimostrato purtroppo di non essere ancora in grado di rivelarsi diversa: dagli altri e dal suo passato. Io forse, come presidente, mi sono illuso che potesse essere così… ma ci credevo talmente tanto che ho voluto fare di tutto per riuscire in questo cambiamento. Purtroppo non è stato così e quindi adesso credo che sia giusto un periodo di riflessione collettiva. Sia necessario un silenzio collettivo. Sia necessaria una pausa. Sia necessario un segno forte. Dalle prossime gare il direttivo della nostra società ha deciso che lo stadio Raimondo Vianello, per le partite della prima squadra, resterà chiuso. Il silenzio farà da cornice e prenderà il posto dei cori, dei tamburi delle bandiere e dei sorrisi. Resterà chiuso al pubblico non per obbligo o per sanzione di altri o per imposizione… ma per scelta! Per dare un segnale preciso. Per dissociarsi e per ricordare a tutti che dobbiamo sentirci tutti corresponsabili per aver perso una cosa bella che si era creata… Perché tutti potevamo fare qualcosa di più e non lo abbiamo fatto».

Il presidente della Giovane Offagna, che in questo modo ha scritto lui stesso una bella pagina di sport, considera la sua decisione certo «ingiusta nei confronti dei tanti tifosi bravi e appassionati che vengono allo stadio con lo spirito giusto con i quali ci scusiamo in anticipo e che approfittiamo per ringraziare di cuore per il loro affetto e sostegno.- sottolinea nella nota – Ovviamente ci pesa come direttivo aver preso questa decisione soprattutto perché il nostro pubblico poteva essere l’uomo in più in questo scorcio finale di campionato dove ci giochiamo tutto. Ma ci vuole un segno evidente, visibile e forte che ci faccia riflettere tutti. Cosicché un giorno, quando potremo tornare tutti insieme allo stadio, ci sentiremo probabilmente tutti un po’ più responsabili, gli uni degli altri e del comportamento che abbiamo noi e che ha il nostro vicino… perché certe cose non succedano più. Per onore dello sport, per coerenza nei confronti dei giovani a cui vogliamo insegnare qualcosa ma, soprattutto, per rispetto di tutti coloro che fanno tanti sacrifici e dedicano tanto tempo a questo progetto della Giovane Offagna e che non meritano che ciò venga vanificato da chi, certi valori, non è capace di viverli» conclude Alessandro Andreoli.

 

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