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L’importanza degli infermieri:
«Valorizzare la figura professionale
per arginare la fuga di cervelli»

SANITA' - Il presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona, Giuseppino Conti: «Quelli italiani sono i meno pagati a livello europeo ma molto richiesti anche negli altri paesi perché i più preparati». L'assessore regionale alla Salute, Filippo Saltamartini: «Lavoriamo insieme»

Un momento del confronto tenutosi al Ridotto delle Muse

Maggiore riconoscibilità del ruolo dell’infermiere, opportunità di valorizzazione della sua figura, migliore retribuzione e opportunità di carriera per arginare la fuga di cervelli.
Questi, alcuni dei temi al centro di un confronto tenutosi al Ridotto delle Muse sul tema “Il Ccnl Area Comparto: Innovazione – Valorizzazioni – Applicazioni” organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona.

Giuseppino Conti, presidente Opi Ancona

«Gli infermieri italiani – ha detto Giuseppino Conti, Presidente dell’Opi Ancona, portando il saluto iniziale e lasciando l’introduzione alla vicepresidente Valeria Fabbri – sono i meno pagati a livello europeo; eppure, sono i più preparati e richiesti per opportunità professionali e di carriera all’estero».
A tal proposito è stato sottolineato come il nuovo contratto, in vigore dal primo gennaio scorso, non riesce a superare il gap tra lo stipendio medio europeo e lo stipendio degli infermieri italiani costringendo ad assumere infermieri proveniente dall’estero, con una formazione diversa mentre gli infermieri italiani emigrano in Germania, Inghilterra e Spagna dove sono molto richiesti e apprezzati.

Sul tema ha chiosato anche l’assessore regionale alla Salute, Filippo Saltamartini, che con i consiglieri regionali Mirko Bilò e Lindita Elezi, ha partecipato all’incontro.
«E’ un tema che riguarda tutte le professioni sanitarie e va affrontato. Io stesso conosco personalmente operatori sanitari che hanno fatto questa scelta e dobbiamo lavorare insieme, tutti, per sanare una evidente stortura che impoverisce il nostro paese».
«Le università – ha aggiunto Conti – formano infermieri di alto livello che perdiamo perché vanno all’estero: già circa 20mila sono quelli italiani, emigrati».

La vicepresidente Opi Ancona, Valeria Fabbri

Per questo occorre prevedere nuovi modelli organizzativi che valorizzino il ruolo e promuovano la dirigenza in ambito ospedaliero e territoriale. Opi Ancona ha quasi 4mila iscritti dei circa 12mila infermieri marchigiani, ma denuncia la mancanza di circa 200 infermieri «e – ribadisce il presidente – urge attivare gli infermieri di famiglia e di comunità nel rispetto di un modello organizzativo che prevede queste figure e che tuttavia non sono ancora state attivate. Si tratta – insiste Conti – di un problema sindacale ma, come Ordine delle Professioni Infermieristiche, ci preoccupiamo che i livelli di assistenza siano garantiti chiedendo di prevedere un infermiere di famiglia ogni 3mila-6mila abitanti».

Secondo Opi Ancona il calcolo del personale attualmente in servizio è tarato su una complessità assistenziale obsoleta e risalente al 1989 mentre oggi tale complessità è decisamente superiore e gli standard devono essere adeguati. Nel corso della presentazione delle molte sfaccettature di un contratto in essere complesso a cura di Antonio Cascio, Responsabile Area Ru del Ssr Emilia-Romagna, è stato illustrato che «il contratto dà la possibilità di introdurre incarichi nell’ambito dell’innovazione, valorizzazione degli infermieri e applicazioni».
Opi Ancona chiede una rivisitazione dei contenuti e dei programmi formativi degli infermieri nelle lauree di scienze infermieristiche adeguandoli ai bisogni dei cittadini, più professori ordinari di provenienza infermieristica, almeno uno per ogni ateneo anche perché gli infermieri sono passati da una formazione regionale a universitaria.

Marcello Bozzi, Segretario Nazionale Dirigenti Professionali Sanitarie

Per gli infermieri, tra i principali problemi che la professione deve affrontare c’è quello delle dotazioni di personale perché è necessario garantire l’adeguamento continuo degli organici tenendo conto degli attuali bisogni di salute e dei cambiamenti epidemiologici sopraggiunti e, al contempo «è necessario garantire lo sviluppo professionale – ha aggiunto Marcello Bozzi, Segretario Nazionale Dirigenti Professionali Sanitarie che ha moderato l’incontro. «Il contratto di lavoro in vigore per quanto complicato e complesso da gestire – ha concluso -, assicura questa opportunità e il confronto con i vertici istituzionali vuole andare in questa direzione».

Alla richiesta di vicinanza alla categoria degli infermieri l’assessore Saltamartini ha offerto ampie garanzie: «Non c’è nulla di più importante di salvare una vita e così deve essere per il riconoscimento di coloro che salvano le vite – ha detto il vicepresidente della giunta – e definirvi eroi ma poi non farvi avere il giusto riconoscimento non può essere accettabile anche perché il sistema sanitario è prodromico a quello economico e ve lo dico da assessore di una regione che nel primo trimestre del 2023 ha prodotto ed esportato 14miliardi di euro di cose belle e tipiche della manifattura marchigiana che non avremmo potuto realizzare se i lavoratori marchigiani non fossero potuti andare al lavoro o essere curati velocemente in caso di necessità. In Italia – ha ricordato – la spesa destinata al sistema sanitario corrisponde a solo il 7,1% del Pil, in Germania è il 12%, in Francia l’11% mentre la sanità deve tornare ad essere il primo bene fondamentale della nazione».

L’assessore regionale alla Salute, Filippo Saltamartini

Da Saltamartini l’assicurazione che entro il 15 maggio tutti i direttori generali delle Ast saranno nominati, assicurando che la giunta licenzierà nelle prossime settimane il nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale che andrà approvato dal consiglio regionale entro il mese di agosto.

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