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Il primario si scusa con i pazienti:
«Dovremo dimettere quattro di voi»
Il dg Gozzini ritira circolare ‘taglia posti letto’

SANITA' - La lettera aperta dell'intero reparto di Ematologia di Torrette ha avuto il proprio effetto una volta diventata di dominio pubblico. La direzione ospedaliera ha infatti ritirato il provvedimento, mentre l'assessore Saltamartini annuncia di «aver incaricato l'Ast di trovare la soluzione ottimale al problema»

L’ospedale di Torrette

di Antonio Bomba

Chiedono scusa ai pazienti ricoverati nel proprio reparto. Perché in base alle richieste pervenute dai vertici ospedalieri avrebbero dovuto dimettere un terzo degli allettati giudicati gravi. L’effetto è una proroga concessa dal direttore generale dopo un’intermediazione dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

È accaduto ieri all’ospedale regionale Umberto I di Torrette al reparto Soc di Ematologia, dove con un appello firmato dal primario al più giovane degli specializzandi si chiedeva indirettamente scusa per quanto stava accadendo.

La lettera scritta dall’intero reparto Soc Ematologia di Torrette

Il documento reca in realtà la data dell’1 giugno 2023. Vi è scritto che «Per anni abbiamo cercato soluzioni tampone alle numerose criticità organizzative e strutturali della nostra clinica: carenza di posti letto, spazi, di personale medico e infermieristico». Poi, dopo aver rimarcato come si sia fatto di tutto per rispettare i tempi di attesa nel corso del tempo, fondamentali per malattie come leucemia acuta o altri tipi di tumore sanguinei, da oggi non sarà più possibile farlo. Una cosa per loro impossibile da accettare «La riduzione di orario del Day Hospital, come la riduzione da 12 a 8 dei posti letto come richiestoci da una circolare della direzione. Da oggi ci si chiede di dimettere 4 pazienti gravi che non potranno andare a casa. Nella circolare della Direzione – prosegue il volantino – non ci è stato spiegato cosa dovremmo dire ai pazienti trapiantati o con leucemia… …perché nessun altro reparto non ematologico potrà prendersi cura di loro se verranno dimessi».

Si spiega poi che a queste condizioni nessuno dei 13 pazienti in lista, cioè in attesa di ricovero, potrà mai essere ricoverato. Arriva poi una specifica importante: «Non si tratta di una protesta, né di una critica nei confronti di una Direzione già in difficoltà; sappiamo però che a seguito di questa circolare non potremo più trattare molti di voi come si deve. E questo non possiamo accettarlo».

Il direttore generale di Torrette Armando Gozzini

Come detto la lettera è di una settimana fa circa ma, come spesso succede, ha fatto rumore solo ieri quando è iniziata a girare per i social e su whatsapp. Però ha funzionato. Perché l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini è riuscito a combinare un colloquio tra i due direttori: quello Generale Armando Gozzini e quello di Ematologia Attilio Olivieri, il quale ha dato risultati positivi per i degenti a rischio dimissioni. In poche parole a Ematologia tutto resterà come era fino al 31 maggio, in attesa di soluzioni più adeguate.

La faccenda è chiusa qui? Certo che no. I consiglieri regionali del Partito Democratico, con Antonio Mastrovincenzo primo firmatario, hanno anche svolto un’interrogazione urgente sul tema per chiedere «Quali interventi si ha intenzione di attuare per i pazienti in dimissione e quelli in lista di attesa» mentre la segreteria marchigiana dei Dem, mediante comunicato, rimarca come: «Questa situazione è determinata dalla nota carenza di personale dell’Azienda ospedaliera come di tutti i Centri che in regione partecipano al percorso dei trapianti dei pazienti ematologici e, più in generale, dell’intero sistema sanitario marchigiano.

L’assessore Filippo Saltamartini

Da un punto di vista politico sottolineiamo come questa situazione fosse da una parte ampiamente prevedibile, come da tempo denunciamo sulla stampa e negli incontri di ascolto che il nostro Partito sta organizzando sui territori. Dall’altra, come questa sia una conseguenza purtroppo logica ma completamente trascurata nel nuovo Piano socio-sanitario, in cui non si menzionano queste problematiche e non si affrontano affatto le modalità con cui risolverle. Questa vicenda impone con estrema urgenza una riflessione sul Piano stesso e la sua sostanziale modifica».

Il Pd Marche prosegue: «Come partito ci siamo già attivati. A partire dall’iniziativa del 6 maggio scorso, tante altre ne stanno nascendo in regione, grazie alla collaborazione dei circoli e delle federazioni provinciali, aperte alla cittadinanza. Vogliamo chiamare a raccolta tutti gli esperti indipendenti e i rappresentanti di cittadini e operatori che vogliano unirsi a noi in questa battaglia. In particolare, sul Piano ci stiamo attivando per un lavoro sinergico tra Partito e Consiglieri regionali, con il prezioso supporto del Tavolo Sanità del Pd Marche».

Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del Pd

La loro conclusione è che «Da parte nostra nessuna speculazione politica, ma è evidente a tutti che è tempo di dire basta e di mobilitarsi in difesa della sanità pubblica. La situazione è ormai troppo grave e vanno sottolineate a gran voce le responsabilità di queste mancate scelte».

E nel pomeriggio odierno anche i consiglieri comunali del Pd appena eletti ad Ancona hanno detto la loro sul tema esprimendo: «Forte preoccupazione per quanto emerso dalla lettera aperta degli operatori sanitari della Soc di Ematologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche ai propri pazienti e loro famigliari. Quanto comunicato rappresenta tutta la drammaticità di una situazione organizzativa, ormai strutturale, che vede nella carenza del personale – sia medico che del comparto – il principale ostacolo all’offerta di servizi adeguati ai cittadini».
Tra i problemi che il gruppo consiliare individua c’è poi quello «Dell’eccessivo ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato – di durata media di due mesi – è ormai da tempo irrisolto e non si sta mettendo mano neppure alla problematica del difficile reperimento di medici specialisti in settori come quello dell’emergenza-urgenza».
I Dem locali sottolineano poi come «Proprio in questi giorni, a Brescia è stato
inaugurato il primo pronto soccorso privato, nel quale vengono trattati i
pazienti che pagano di tasca propria la prestazione. Ecco che l’allarmante situazione della Soc di ematologia, responsabilmente denunciata dagli operatori sanitari che vi operano, potrebbe essere solo la ‘punta di un iceberg’ di un degrado sempre più incombente, che non attiene alla qualità del servizio erogato – che vede nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche un’eccellenza a livello nazionale – ma alla reale possibilità di garantire a tutti i cittadini le prestazioni di cui hanno bisogno. Come Gruppo consiliare Pd – è la loro conclusione – della città di Ancona, pertanto, facciamo appello alle competenti istituzioni, regionali e nazionali, affinché trattino e sciolgano celermente tutti quei nodi che stanno mettendo in serio pericolo la tutela del diritto costituzionalmente garantito alla salute».

Susanna Dini, prima firmataria del comunicato del gruppo consiliare anconetano dei Dem

E poco fa sull’intera vicenda si è espresso l’assessore Saltamartini in persona per comunicare che stamane si è incontrato sia con Gozzini che con Olivieri e dire che «A fronte del condivisibile disagio espresso dal personale di reparto sia per il sottodimensionamento, soprattutto infermieristico, che per la carenza di posti letto di degenza, la sanità delle Marche, e in generale quella italiana, stanno affrontando sforzi e difficoltà per i limiti derivanti dai tetti di spesa che impediscono di intervenire assumendo nella misura necessaria al funzionamento a pieno ritmo dei reparti».
Saltamartini, fa sapere la nota «Ha quindi incaricato i dirigenti dell’Ast di trovare una soluzione operativa che possa garantire tutti i servizi necessari alle persone affette dalle patologie ematiche, spesso gravissime, e di effettuare una verifica della situazione a distanza di 1 mese in attesa di poter rivedere, nel loro complesso, i numeri per l’ operatività del reparto».

Antonio Mastrovincenzo, primo firmatario dell’interrogazione urgente posta dal gruppo consiliare del Pd in Regione

 

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