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Sopralluogo a sorpresa di Sgarbi:
«Le quattro grandi mostre saranno
la legittima resurrezione di Ancona» (Foto/video)

IL SOTTOSEGRETARIO ha visitato nel pomeriggio la chiesa di San Domenico, i sotterranei della Pinacoteca Podesti e la Mole Vanvitelliana accompagnato dal sindaco e dalla soprintendente Carlorosi. «Non c’è mai stato odio per questa città e non ci sottrarremo dal sostenerla in tutti i modi nonostante l’orrido e irreparabile Teatro delle Muse. Se Daniele Silvetti riesce a dimostrare che questo è il capoluogo di regione, vorrà dire che il centrosinistra in passato non ha fatto quello che doveva fare. Se invece non ci riesce, allora il problema è genetico»

 

Visita a sorpresa, oggi pomeriggio ad Ancona, del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, ispiratore e prossimo direttore  artistico  delle quattro grandi mostre in calendario da qui al 2025 nel capoluogo di regione. In arrivo da Pesaro, ad accogliere il critico d’arte c’erano il sindaco Daniele Silvetti con l’assessore Anna Maria Bertini, la soprintendente Cecilia Carlorosi e tra gli altri anche gli assessori Orlanda Latini,  Marco Battino e il capogruppo regionale di FdI, Carlo Ciccioli. Sgarbi è entrato intorno alle 16.15 nella chiesa di San Domenico, riaperta al pubblico appena 2 giorni fa e messa in sicurezza per un impegno di spesa 40mila euro dopo i danni causati dal terremoto del 9 novembre 2022. Poi a piedi, mezz’ora dopo, si è recato a visitare la Pinacoteca Podesti ed i suoi sotterranei non accessibili al pubblico, dove sono custodite diverse opere d’arte. La Pinacoteca è destinataria di un prossimo intervento di adeguamento e ampliamento finanziato con fondi Pnrr. Tappa finale del tour in serata alla Mole Vanvitelliana.

«L’odio per Ancona non c’è mai stato. – ha chiarito subito l’onorevole al margine della visita nella chiesa – C’era piuttosto una città strana, dove ogni attività culturale sembrava impermeabile alla città e la città ad essa. Nel tempo ho fatto una infinità di cose in tutti i luoghi delle Marche, da Matelica a San Severino, da Osimo a Jesi, a Caldarola, a Urbino e a Pesaro ma mai qui. Ora in memoria dello studioso Pietro Zampetti da molto tempo dicevo agli amministratori della Regione che bisognava allestire una mostra sul Rinascimento Adriatico che non è mai stato documentato nel percorso da Venezia alla Puglia. La città che avrebbe dovuto ospitarla sarebbe stata Ancona. Una proposta caduta sempre nel vuoto. Con la vittoria del centro destra e del sindaco Silvetti, nel dialogo con l’assessore, abbiamo ipotizzato una serie di mostre che potrebbero partire già in autunno con le opere del Museo di Rovereto che io presiedo e da qui andare avanti con altre su artisti marchigiani come De Dominicis e Serafini fino ad inaugurare nel 2025 la mostra sul Rinascimento Adriatico con sede espositiva alla Mole Vanvitelliana. L’organizzazione sarà complessa perché dovremo fare arrivare capolavori anche da musei americani come quelli dell’artista Nicola di Maestro Antonio d’Ancona, non marginale ma grande come il Mantegna. Non ci sottrarremo dal sostenere Ancona in tutti i modi nonostante l’orrido e irreparabile teatro delle Muse. Muse tristi e con il muso!» ha scherzato.

Il sottosegretario ha inoltre posto l’accento sulla necessità di tenere aperte le chiese anconetane con  i capolavori che custodiscono («il finanziamento per San Domenico è stato chiesto dalla sovrintendente e credo che non sarà difficile ottenerlo»). Nel programma culturale dorico, Sgarbi ha incluso anche l’analisi del funzionamento della Pinacoteca Podesti «che non ha nemmeno un catalogo come mi diceva l’assessore, forse c’è stata una distrazione. – ha osservato – Ecco perché oggi sono qui per svolgere anche un sopralluogo alla Pinacoteca e farla diventare il luogo dove ci sono capolavori di Tiziano, di Crivelli e del Lotto, ovvero la Pimacoteca di una grande città. Amore e odio pertanto non esistono. Esiste piuttosto la considerazione di una regione di grande civiltà e di bellezza, con un turismo sofisticato, che si è accesa, come dice la sua denominazione al plurale, nel corso dei decenni, da prima ancora che facessi il sindaco nel 1991 a San Severino. Poi lentamente ad Ancona qualcosa si è dissolto. Per Ancona – ha concluso il critico d’arte –  credo che sia una legittima resurrezione, le mostre avranno un grande riscontro e la città lo merita. Se il sindaco Silvetti riesce a dimostrare che questa città è il capoluogo di regione lo nominiamo cavaliere della Repubblica e dimostrerà che il centrosinistra in passato non ha fatto quello che doveva fare. Se invece non ci riesce vuol dire che il problema è genetico ed è proprio di Ancona».

Redazione CA

(foto/video Giusy Marinelli)

 

Cecilia Carlorosi

Anna Maria Bertini

Daniele Silvetti

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